Terni, preso il rapinatore dei tre colpi in dieci giorni: l’ultimo ai danni di “Camici”
E’ stato preso il rapinatore che nelle ultime settimane ha messo a segno tre colpi in città. L’ultimo, sabato scorso , contro il negozio “Camici” di viale dello Stadio. Si tratta di A.H. (le sue iniziali), 23 anni, cittadino kosovaro, residente da diversi anni a Terni, già noto alle forze dell’ordine. Alcune testimonianze e diverse immagini delle telecamere di videosorveglianza hanno consentito, agli uomini della squadra Mobile della Questura di Terni, di dare un nome al rapinatore con il casco da motociclista in testa. Dopo il colpo di sabato scorso i poliziotti lo hanno pedinato per un pò. Aveva cambiato gli indumenti usati per la rapina al negozio “Camici” ma ormai gli elementi in mano agli investigatori erano tanti, comprese le impronte rilevate dalla polizia Scientifica di Terni in occasione della rapina del 26 ottobre scorso ai danni della tabaccheria di via Milazzo. Acquisiti tutti gli elementi utili, gli agenti della Questura di Terni hanno fatto scattare il blitz presso l’abitazione del kosovaro, dove i forti sospetti hanno trovato le conferme necessarie. In casa del 23enne sono stati trovati gli abbigliamenti utilizzati per le rapine, un paio di pantaloni grigi ed una felpa rossa usati per la rapina ai danni di “Camici”. Dalla perquisizione sono saltati fuori anche quelli messi in occasione delle altre due rapine e ripresi dalle telecamere di sorveglianza. Oltre alle rapine ai danni di “Camici” ( sabato scorso) e quella della tabaccheria di viale Milazzo (26 ottobre), A.H. è ritenuto responsabile della rapina del 29 ottobre ai danni della profumeria Sergnese di via Mazzini dove si allontanò con 425 euro. Fatale per lui è stata la rapina da “Camici”, anche se la polizia era ormai sulle sue tracce. Infatti, prima di entrare nel negozio di viale dello Stadio, il giovane kosovaro si era messo a fare stretching proprio davanti alla vetrina. Una cosa però è emersa dopo il suo arresto: il 23 enne – con problemi di tossicodipendenza – non si è mai presentato con armi, né usato violenza. Il giudice Barbara Di Giovannantonio ha convalidato la misura della custodia cautelare in carcere.