Vaccino obbligatorio per insegnanti e poliziotti: in Umbria ancora 2000 dipendenti della scuola no vax
Dopo i medici e gli infermieri, domani il vaccino diventa obbligatorio per altre categorie di lavoratori: il personale della scuola, della polizia locale, della polizia penitenziaria e delle Rsa, compresi i lavoratori che entrano in queste strutture con contratto esterno. La decisione riguarda l’intero ciclo vaccinale, prima, seconda e terza dose. Il richiamo o booster deve essere fatto entro i termini di validità delle certificazioni verdi Covid-19, quindi entro 9 mesi dall’ultima somministrazione. L’obbligo riguarda il personale scolastico del sistema nazionale di istruzione, delle scuole non paritarie, dei servizi educativi per l’infanzia. Sono, inoltre, obbligati a sottoporsi al ciclo completo di immunizzazione tutti i lavoratori del comparto della difesa, della sicurezza, del soccorso pubblico, della polizia locale e della giustizia. Saranno i dirigenti a dover controllare che il personale rispetti l’obbligo. Per chi non presenta la documentazione che attesti l’avvenuta vaccinazione, l’attestazione relativa all’omissione o al differimento dell’iniezione, oppure l’insussistenza dei presupposti per l’obbligo, scatta “immediatamente la sospensione dal lavoro”, senza conseguenze disciplinari e con diritto alla conservazione del rapporto di lavoro. Per il periodo di sospensione non viene corrisposto lo stipendio. Chi va al lavoro in violazione dell’obbligo è punito sul piano disciplinare e rischia anche una multa da 600 a 1.500 euro. Chi non effettua i controlli rischia, invece, la multa da 400 a 1.000 euro. Domani scatta l’obbligo di richiamo (terza dose) per ” gli esercenti le professioni sanitarie e gli operatori di interesse sanitario”. Per i medici e infermieri la vaccinazione “costituisce requisito essenziale per l’esercizio della professione e per lo svolgimento lavorativo “. Chi non si sottopone all’obbligo viene sospeso dall’esercizio delle professioni sanitarie. L’accelerazione si spiega con ragioni scientifiche, a cominciare dall’aumento dei contagi e dalle previsioni del picco a Natale. A gennaio i numeri saranno ancora alti e, anche per questo, il governo ha deciso di prorogare lo stato di emergenza fino al 31 marzo 2022. Anche in Umbria continua a salire il tasso di positività che già si era impennato nei giorni scorsi: ieri nella nostra Regione è arrivato addirittura al 3%. Per questo, se si vuole controllare la pandemia ed evitare una pericolosa pressione sugli ospedali, l’unica regola aurea è quella di immunizzare tutti coloro che ricoprono un ruolo pubblico. Sarebbe paradossale che insegnanti e professori non diano un buon esempio di educazione civica. In questo momento sarebbero circa 2 mila, tra docenti e personale tecnico, i dipendenti della scuola in Umbria non vaccinati nemmeno con una dose.