Tagli alle Regioni, per l’Umbria si prospetta una cura dimagrante da 57milioni di euro
E’ tempo di conti anche per le casse della Regione e quando la coperta si fa troppo corta bisogna decidere che cosa lasciare fuori. Un compito difficilissimo quando si parla di servizi essenziali ai cittadini. Sta di fatto che alle Regioni italiane il patto di Stabilità impone una sforbiciata complessiva da 4 miliardi di euro. Su come distribuire il taglio e come dividersi il sacrificio spetta ai Governatori la scelta. I presidenti delle Regioni hanno tempo fino alla fine del mese per presentare al Governo una proposta condivisa. In caso contrario scatterà la clausola automatica per cui i tagli stanno decisi da Roma in base al prodotto interno lordo e alla popolazione di ogni territorio. Una sfida complica soprattutto perché le Regioni hanno cercato di salvare dalla “cura dimagrante” il capitolo della sanità, che incide mediamente di quattro punti sulle uscite regionali. Così come potrebbe subire un alleggerimento il capitolo del trasporti.
Secondo il calcolo elaborato dal Centro Studi ReAlSintesi, pubblicato oggi su Il Sole 24 Ore, il taglio in Umbria dovrebbe assestarsi intorno al 10%. Il calcolo è stato elaborato distribuendo i sacrifici per metà in base al Pil e per metà in base al numero degli abitanti. I numeri poi sono stati messi in rapporto alla spesa che ogni Regione dedica alla salute e alle altre voci.
La classifica elaborata mostra come la stretta sulle Regioni si assesta tra il 12 e il 14% con l’Emilia Romagna con un 18,4% e la Lombardia con un 13,9% si collocano ai vertici per la consistenza del taglio. Stando a questo prospetto la sforbiciata sull’Umbria sarà di 57milioni di euro con un taglio del 2,5% sulla spesa totale e un 10,2 sulla spesa non sanitaria.
Spetterà alla politica regionale scegliere dove, come e quando tagliare all’interno del proprio bilancio.