Città della Pieve, inaugurata la mostra fotografica “Un amore dal grigio al colore”

Venerdì scorso a Palazzo della Corgna a Città della Pieve è stata inaugurata la seconda tappa della mostra fotografica “Un amore dal grigio al colore” di Claudia Maggiurana e Marco Pareti, in esposizione fino al 27 aprile (con orario dalle 10 alle 12,30 e dalle 16 alle 19). A presenziare al taglio del nastro c’erano Manuela Taglia, assessore alle politiche sociali del Comune di Marsciano, che passerà simbolicamente il testimone al sindaco di Città della Pieve Fausto Risini. Saranno presenti anche il vice sindaco, Lucia FatichentiMarcella Binaretti, presidente dell’accademia Pietro Vannucci e del Cav di Magione, il consigliere regionale Simona MeloniFrancesca Caproni, direttore del Gal Trasimeno Orvietano, e la dottoressa Ambra Mariotti, in rappresentanza della Breast Unit dell’ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia.

La mostra fotografica, ad ingresso libero (green pass e mascherina obbligatori), è organizzata dall’associazione “Vivo a Colori” e gode del patrocinio della Provincia di Perugia, del Comune di Città della Pieve, Accademia Pietro Vannucci, Cav Centro antiviolenza Magione, Gal Trasimeno Orvietano, Rtn Radio, About Umbria e Radici Talenti. E’ composta da 35 pannelli che raccontano il percorso intimo della malattia di Claudia, riportati anche in un catalogo, realizzato con il sostegno del GAL Trasimeno Orvietano ed edito da Morlacchi. “A seguito di un percorso intenso e colorato, la mia esperienza della convivenza con un tumore al seno, viene riportata in questa mostra del tutto personale, dove narrerò una storia dal nome tumore o come dico io tuo amore”, spiega Claudia.

Con questa mostra itinerante ha preso ufficialmente il via l’attività dell’associazione, presieduta da Claudia Maggiurana, nata per essere di sostegno sia al reparto di Breast Unit dell’ospedale di Perugia, effettuando delle donazioni, sia alle donne colpite da questa malattia e alle loro famiglie, organizzando una serie di appuntamenti per dare un supporto psicologico ed interattivo (come dei corsi di arte, di taglio e cucito, sedute di lettura…) di cui hanno bisogno per non sentirsi abbandonati. Tra le prime finalità c’è quella di contribuire all’acquisto del presidio elettromedicale Omnia, una modernissima apparecchiatura per il tatuaggio medicale. Si tratta di un dispositivo tecnologico con touch screen collegato ad un manipolo che è in grado di eseguire diversi tipi di trattamenti tra cui la ricostruzione non chirurgica dell’areola mammaria e del capezzolo, in modo da ridisegnare in maniera quanto più possibile simile al passato il seno operato.