La Cassazione da ragione alla Marini e agli amministratori regionali su Umbria Mobilità
La Cassazione conferma le sentenze di primo e secondo grado e archivia per sempre la vicenda “Umbria Mobilità”. Regione e Provincia non solo non hanno fatto sprechi di risorse pubbliche ma hanno agito con correttezza per tutelare diritti fondamentali. Diritti tutelati sia dalla Costituzione che dall’ordinamento europeo. La Procura aveva chiesto, invece, la condanna di 45 amministratori e vertici della Regione, chiedendo la restituzione di ben 44 milioni di euro erogati dai due enti dopo la crisi di liquidità di Umbria Mobilità. Tra i 45 imputati c’erano gli ultimi tre cda di Umbria Mobilità, la giunta regionale precedente e molti consiglieri della provincia di Perugia del 2009, oltre a dirigenti e dipendenti delle due amministrazioni pubbliche. La Corte dei Conti in primo grado aveva già dato ragione agli amministratori di allora ma la Procura regionale decise di appellare la sentenza . Ora si chiude definitivamente una vicenda che rese rovente il clima politico di quegli anni (2016) con le amministrazioni di centrosinistra impegnate “nell’esigenza di non interrompere il servizio dei trasporti”. Già i giudici di primo e secondo grado definirono le scelte fatte da Regione e Provincia di Perugia “apprezzabili e responsabili”, ricordando che furono fatte a difesa di un diritto pubblico essenziale. Sono stati anni difficili per gli amministratori pubblici di allora, sottoposti a numerose e violente polemiche. ” Finalmente si rende giustizia all’operato da me svolto come presidente della Regione e ai colleghi assessori. Sono stata sottoposta a continue polemiche che hanno colpito la mia persona e i miei affetti più cari, talvolta contribuendo a distorcere la mia immagine di persona e amministratore corretta e onesta verso i cittadini e la comunità anche con ricostruzioni falsate e distorte della realtà volte ad influenzare negativamente l’opinione pubblica”, commenta con orgoglio l’ex governatrice dell’Umbria, Catiuscia Marini.