Gran finale di Umbria Jazz con le star Johnny Depp e Jeff Beck

Sold out e spettacolo degno della chiusura dell’edizione della rinascita di Umbria Jazz. Si sono presentati sul palco entrambi in grande forma il 78enne Jeff Beck, una leggenda della chitarra ancora capace di scaldare i fan, e l’attore Johnny Depp che nasce musicista e che si è rifugiato tra le corde delle sue chitarre e della sua voce dopo la lunga battaglia legale con l’ex moglie Amber Heard.

Domenica 17 luglio il gran finale del festival (sold out da tempo) è stato tutto per loro e i circa 5mila presenti all’Arena Santa Giuliana (oltre 4.200 i paganti), richiamati non solo per la presenza del leggendario chitarrista britannico ma anche per quella come “special guest” del famoso attore, sono stati ben ripagati. Lungo, infatti, è stato il set con i due sul palco – accompagnati dai bravi musicisti Rhonda Smith al basso, Anika Nilles alla batteria e Robert Adam Stevenson alle tastiere – per eseguire soprattutto i brani del loro album “18” composto per lo più da cover, fatta eccezione per “This is a song for Miss Hedy Lamarr” e “Sad motherfuckin’ parade”, inediti entrambi scritti da Depp.

Beck ha trascorso i due anni di assenza dai palchi per la pandemia lavorando su nuova musica e un nuovo album, registrato appunto insieme all’attore-chitarrista-cantante, e uscito proprio due giorni prima del concerto a Perugia. Durante il live, spazio anche per la canzone che Depp ha scritto sul processo per diffamazione contro la ex moglie Amber Heard. Il primo a salire sul palco è stato Beck, occhiali neri e fender bianca. Ad una prima ovazione del pubblico per il chitarrista britannico ha fatto seguito, dopo l’esecuzione di una manciata di brani, quella più grande per l’ingresso del “pirata” Depp: jeans, camicia bianca con maniche arrotolate, gilet, capelli al vento da rock star e chitarra elettrica che ha poi alternato con quella acustica. Sulle note di “Rumble” i due hanno iniziato ad incastrare note e fisicità sul palco. A seguire, tra le altre, la ballata “Let it be me” degli Everly Brothers e “Isolation” di John Lennon.

 

Foto Rita Paltracca