RASSEGNA STAMPA DEL CENTENARIO: 22 – 31 GENNAIO 1915

di Maurizio Terzetti / Un comunicato francese del 22 gennaio riferisce di un violento attacco tedesco nelle Argonne, respinto dalla fanteria e da un adeguato sbarramento di fuoco da parte dell’artiglieria.

Il comunicato tedesco dello stesso giorno riporta puntigliosamente gli esiti di una estenuante guerra di posizione. C'è spazio per venire a sapere che Henryk Sinkiewicz, il grande scrittore autore di “Quo vadis”, ha costituito in Svizzera un comitato di soccorso per le vittime della guerra in Polonia. Per quanto riguarda la situazione tra russi e tedeschi, nella Prussia orientale non si segnala alcun cambiamento. In compenso, da New York giunge la notizia che è in allestimento, per conto della Marina americana, un sottomarino di grandi dimensioni “capace di tenere a lungo il mare e di effettuare grandi traversate”. E proprio sul mare si registrano i fatti più eclatanti. Il 25 gennaio si ha da Berlino, a proposito dello scontro da navale di Heligoland: “La battaglia navale di ieri è, dopo il combattimento del 28 agosto 1914, il primo grande scontro tra forze da linee inglesi e tedesche nelle acque europee”. Sia i tedeschi sia gli inglesi registrano l'affondamento di un incrociatore corazzato. Una certa attenzione si manifesta a proposito della possibile offensiva turca contro il Canale di Suez, ma si parla solo di una “scaramuccia” avvenuta il 27 gennaio a Kantara.

Pur con tutte queste limitazioni in termini di vere e proprie azioni belliche, il 29 gennaio si sa, da Parigi, che il “New York Herald” “ha avuto un'intervista con un'alta personalità finanziaria francese sul conflitto mondiale attuale, e questa personalità gli ha dichiarato che esso costa 7 miliardi di franchi al mese”.

La cronaca nazionale e locale continua a essere assorbita dalle situazioni di crisi, di emergenza e di speculazione politica susseguenti al terremoto di Avezzano: 21 feriti sono trasportati a Perugia e ricoverati all'ospedale, ma soprattutto, si svolge, in città, una “passeggiata di beneficenza”, organizzata dalla “Libertas”: “Non c'è stata casa né passante che non abbia dato indumenti in grande quantità e denaro agli infaticabili soci delle società 'Libertas' e 'Fortebraccio', ai nostri bravi studenti e a tutte quelle gentili signorine, nonche ai zelanti militi della 'Croce Bianca' e ai nostri bravi pompieri, che correvano da tutte le parti per adempiere all'incarico nobilissimo, non curandosi della pioggia che veniva giù a catinelle”.

La guerra, ugualmente, fa registrare episodi di retrovia che rispecchiano il clima di difficoltà psicologica che comincia a serpeggiare fra i soldati. Già il 27 gennaio, “L'unione liberale” ha in prima pagina che, a Taranto, il tenente di vascello Vianello, umbro, si uccide durante il delirio; e nello stesso giorno, da Assisi, giunge una notizia altamente drammatica: “Verso le 19 di ieri sera nel palazzo di proprietà della Banca Popolare cooperativa, ove, da qualche mese, è accantonata una compagnia del 51º reggimento di stanza a Perugia, suicidavasi, esplodendosi un colpo di moschetto alla testa, il soldato Ambrogio Rusconi di Milano, tipografo, appartenente alla classe del 1895”.

Intanto, però, a Perugia, al cinema “Regina”, “una filma patriottica” è particolarmente applaudita dal pubblico: “Il pubblico che ieri sera, 29 gennaio, incessantemente, per tutte le rappresentazioni, gremì l'ampio salone del cinema 'Regina', scoppiò frequentemente in applausi - cosa più unica che rara - nell'ammirare lo svolgimento di una bella pagina di rievocazione storica, l'episodio glorioso dei fratelli Bandiera: episodio che, nella film, prende il titolo di: 'L'Italia s'è desta!' Lo spettacolo ha ottenuto un così sincero successo d'arte e di patriottismo che il proprietario dell'elegantissimo cinema, l'egregio signor Curti, con opportuno pensiero si è determinato a ripetere la rappresentazione anche questa sera”.

È, come scrive nel titolo della sua corrispondenza romana per “L'unione liberale”, Achille Benedetti, un “periodo di attesa diplomatica”. E la conclusione dell'articolo è del tutto coerente con il vasto tavolo al quale siedono le diplomazie europee: “Se i nostri interessi non fossero presi in alcuna considerazione occorrerà far seguire alla fase diplomatica la fase militare che il popolo italiano saprà affrontare con quella fermezza d'animo che si impone davanti all'inevitabile”.

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