L’Umbria chiede lo stato di calamità: il governo stanzia i primi 5 milioni. A Scheggia 30 persone ancora isolate, tutti i particolari sul temporale di ieri
La Regione Umbria si è attivata insieme alle Marche per ottenere lo stato di calamità nazionale “al fine di dare le migliori risposte possibili ai danni ingenti che sono stati registrati anche nei territori umbri, al confine con le Marche. Se questo non sarà possibile ogni Regione interverrà per quanto di sua competenza”. In queste ore i tecnici comunali, alcuni regionali e molti volontari delle organizzazioni di protezione civile sono all’opera nei territori danneggiati dal maltempo. I comuni più colpiti sono quelli di Pietralunga e Scheggia, con interruzioni della viabilità principale: la Flaminia resta chiusa almeno una settimana, per una grande frana, mentre la Ss 452 Contessa dovrebbe riaprire in serata. In particolare la frana sulla Flaminia causa un blocco totale della circolazione stradale verso le Marche e soprattutto verso la frazione di Buotano di Scheggia e Pascelupo, località che tuttora resta isolata, senza acqua e corrente elettrica (circa 30 persone risultano isolate). Nel pomeriggio è stato fatto un sopralluogo lungo la strada Flaminia vecchia, per valutare l’eventuale possibilità di ripristino della viabilità verso la frazione, attualmente impedita anche qui da una frana. La Protezione civile segnala anche mura di cinta crollate, danni a strutture e materiali privati, e danneggiamenti dei manti stradali. I geologi regionali hanno svolto diversi sopralluoghi individuando un paio di frane definite “rilevanti”, che potrebbero coinvolgere edifici. Moltissimi sono stati gli interventi dei vigili del fuoco sia di spurgo di locali allagati sia di rimozione di ostacoli per poter riaprire le strade. Nel frattempo il capo della Protezione civile Fabrizio Curcio avverte: ” Ci aspettiamo nei prossimi giorni un peggioramento del tempo, quindi bisognerà farsi trovare pronti”. Il Consiglio dei Ministri, invece, ha previsto un primo stanziamento da 5 milioni di euro, lo ha detto il premier Mario Draghi. In queste ore si continua a discutere sul temporale autorigenerante che ha colpito le Marche e una parte dell’Umbria. Per gli esperti l’alluvione è stata il risultato di condizioni meteorologiche estremamente sfavorevoli, che a loro volta si sono prodotte per il verificarsi simultaneo di una serie di circostanze. Si tratta sicuramente di un fenomeno insolito ma sempre più frequente. Il temporale si è generato nell’Appennino, le correnti l’hanno portato sopra l’Adriatico, dove le temperature sono sopra la media, e i venti da Sud l’hanno bloccato e rinvigorito. Sempre Fabrizio Curcio ha spiegato che la “quantità di acqua caduta è veramente notevole: più di 400 mm in alcune aree, che corrispondono a un terzo dell’acqua che normalmente cade in un anno”. Resta comunque una certezza: tra gli effetti di questo clima che cambia verso il caldo non va sottovalutato il rischio di eventi meteo estremi: più caldo, più vapore, più acqua precipitabile in atmosfera, più energia per i temporali. Infatti il caldo aumenta anche l’energia potenziale. Nel caso di ieri il mare, ancora molto caldo, ha rilasciato enormi quantità di vapore acqueo che si è poi andato a condensare in nubi e quindi, poi, in piogge torrenziali. Il calore assorbito in estate dai mari è un pericolo e un evento straordinario come quello di ieri potrebbe non risultare isolato.