Chiusura Punto nascita a Spoleto, botta e risposta tra l’assessore Coletto e Thomas De Luca (M5S)
Botta e risposta tra il consigliere Thomas De Luca (M5S) e l’assessore alla sanità Luca Coletto sulla chiusura del punto nascita di Spoleto. Ad un cero punto si è sfiorato lo scontro quando Coletto ha invitato De Luca a rivolgersi “alla Procura affinché si faccia chiarezza ed emergano le responsabilità del caso, anzi se non lo fa lei lo faccio io”. La reazione del consigliere grillino non si è fatta attendere: ” Invece di invitarmi ad andare in Procura, l’assessore dovrebbe assumersi la responsabilità di una scelta politica giustificata con un parere consultivo. Non mi è stato risposto sul perché mancano dei documenti fondamentali per la richiesta di deroga. La verità è che avete tolto un presidio fondamentale e avete umiliato le comunità di Spoleto e della Valnerina”. Nell’illustrare la sua interrogazione, De Luca ha ricordato che “sulla chiusura del Punto nascita di Spoleto la richiesta di deroga della Regione al Ministero è totalmente incompleta. Si tratta di una precisa volontà politica della Regione Umbria. Le normative ministeriali, infatti, pongono esclusivamente in capo all’assessore la procedura per la richiesta di deroga. Richiesta che doveva essere formalizzata dall’assessorato alla Salute, sentito il parere del Comitato percorso nascita regionale come definito dalla Fase 1 del Protocollo Metodologico per la valutazione delle richieste di mantenere in attività punti nascita con volumi di attività inferiori ai 500 parti annui e in condizioni orogeografiche difficili”. Poi, De Luca ha sottolineato come “nella richiesta di deroga presentata dalla Regione mancano importanti elementi richiesti per la valutazione finale, come un programma finalizzato ad incrementare l’indice di attrazione comprensivo di un cronoprogramma degli obiettivi da raggiungere per il reclutamento delle partorienti nel Punto nascita di cui si richiede la deroga. L’esclusione del comune di Norcia non è stata minimamente compensata dall’inserimento di comuni extra distretto, al contrario estremamente penalizzante. Al Comitato percorso nascita nazionale è attribuito il compito di esprimere un parere meramente consultivo che non può imporre alcuna chiusura dei Punti nascita. Quest’ultima è una decisione che spetta alla politica regionale”. L’assessore Luca Coletto ha risposto che “i dati nel 2019 dicono che ci sono stati 488 parti (12 in meno del limite minimo, ndr), nel 2020 sono stati 452 (periodo Covid, ndr). I parti del 2019 sono dunque inferiori al limite minimo dei 500. Abbiamo chiesto la deroga al Ministero, concessa fino al 31 dicembre 2021. Il Punto nascita era quindi attenzionato nel 2019, per la sicurezza delle partorienti e dei nascituri. Condizioni che solo nei grandi ospedali vengono garantite. Abbiamo inoltrato la richiesta di deroga per tutto il 2022 a cui il ministero ha risposto che esiste solo un modesto disagio oro-geografico e che i numeri dei parti sono sotto il limite minimo, decidendo quindi la definitiva disattivazione del Punto nascita”. L’assessore regionale alla sanità ha aggiunto che ” reperire pediatri e medici in generale è molto difficile. Comunque anche tenendo conto dei due mesi di sospensione del 2020 non sarebbero stati raggiunti neppure in quell’anno i numeri necessari (350) al mantenimento del Punto nascita. Sono peraltro attenzionate le strutture che registrano un numero di parti inferiore ai 1000 all’anno, perché carenti in termini di sicurezza e di risorse mediche e specialistiche disponibili”.