Alla riscoperta di Thadea, il 22 gennaio a Montefalco si celebrano i 500 anni dalla sua nascita
Una sorprendente verità storica, che sembra un romanzo di fantasia ma non lo è, ha per protagonisti imperatori, papi, sommi artisti e capitani di ventura. Ma soprattutto donne umili e tenaci.
Da tempo la Fondazione G. Giordano ha intrapreso un’opera di riscoperta e di valorizzazione della figura di Thadea e degli intrecci storici che la legano all’Umbria e in particolare a Montefalco.
In occasione dei 500 anni dalla sua nascita ora arriva l’affascinante ed intenso reading teatrale tratto dal testo inedito di Maria Grazia Calandrone, “Solo per la Verità. Minima, Indegnia et inutilissima serva Tadea”. L’autrice, che ne è anche voce narrante, è accompagnata dalle musiche dal vivo del quartetto d’archi UmbriaEnsemble.
L’evento prenderà vita domenica 22 gennaio (ore 17.30) nella magnifica scenografia dell’abside maggiore di San Francesco a Montefalco, impreziosita dal ciclo di affreschi firmati dal genio di Benozzo Gozzoli. Maria Grazia Calandrone ripercorre in un serrato dialogo, declinato in prima persona, la vita segreta che ha per protagonista Thadea nel contesto storico in cui è vissuta.
Giovedì 19 gennaio a Perugia, nel Salone d’Onore di Palazzo Donini, sede della Regione Umbria, si è tenuta la conferenza stampa di presentazione dell’evento a cui sono intervenuti: Donatella Tesei, presidente Regione Umbria, Luigi Titta, sindaco di Montefalco, Andrea Margaritelli, presidente Fondazione Guglielmo Giordano, Maria Cecilia Berioli, direttore artistico UmbriaEnsemble.
La terra di Thadea, quella umbra, si trova infatti ad essere non semplice spettatrice, bensì co-protagonista di vicende di primo piano che coinvolgono personaggi che plasmano il grande Rinascimento Europeo. Un viaggio nel tempo in un’epoca straordinaria e in luoghi di grande fascino, dal Belgio all’Italia fino in Spagna, in una narrazione che ha come sfondo l’Europa del Cinquecento.
Una storia tutta interiore, appassionata, toccante e a tratti commovente che l’autrice risolleva dalla polvere dei secoli per narrarla attraverso gli occhi della protagonista bambina prima, donna poi. La magia di Maria Grazia Calandrone, poetessa, drammaturga, autrice e scrittrice di fama nazionale, è quella di leggere con sottile introspezione psicologica i pensieri celati nell’anima di Thadea e tradurli in versi lirici, cristallini, ritmati, per restituire a quest’ultima una forza contemporanea che, passo dopo passo, si manifesta nella sua lotta per la libertà di esistere. L’anima dell’universo femminile si svela ad ogni parola, ad ogni sussurro. Thadea diventa così una storia senza tempo che persegue la ricerca della verità come aspirazione assoluta, capace di sconfiggere la condanna alla solitudine e, infine, alla morte terrena.
Afferma la scrittrice e poetessa Maria Grazia Calandrone: “Il desiderio più pericoloso: essere amata, il desiderio per il quale più che mai rischiamo la delusione e, quindi, il dilagare in noi della disillusione, del cinismo. Se non riusciamo a essere amati, in qualche parte moriamo, muore la nostra fiducia, muore l’innocenza, che era come il sorriso infantile dentro il nostro sorriso”.
Dopo 500 anni esatti dalla sua nascita, Thadea potrà così far sentire al mondo la sua voce e rivelare il segreto della propria identità custodito a caro prezzo, consegnando alla storia il suo vero nome: Thadea d’Asburgo, figlia di Carlo V Imperatore. Rivelando il fascino di un archetipo femminile che racchiude in sé il ruolo di figlia, donna, sposa e vedova, che si trova a dialogare con sé stessa e con il suo passato, facendo riecheggiare il vuoto della mancanza delle persone a lei più care e chiedendo di essere riconosciuta da quel fratellastro ormai suo unico collegamento vivente con il più grande imperatore del Cinquecento europeo.
Per celebrare questa importante ricorrenza La Fondazione Giordano ha promosso la pubblicazione della seconda edizione di “Thadea, la figlia segreta di Carlo V”, in collaborazione con Rubbettino Editore. Il nuovo libro contiene alcuni preziosi documenti storici originari, che hanno permesso di togliere ogni dubbio sulla veridicità della storia, provenienti dall’Archivio generale di Simancas, deputato alla conservazione dei documenti della Corona di Castiglia.
Per l’occasione verrà anche presentato in anteprima il nuovo sito dedicato a questa storia che ripercorre la vicenda nel suo contesto storico e invita a visitare i luoghi che ne sono stati protagonisti: www.thadea.org
“Nel 2023 l’Umbria – ha affermato Donatella Tesei, presidente Regione Umbria – ha importanti ricorrenze da celebrare, come i 500 anni della morte del Perugino e i 50 anni di Umbria jazz. Ed ora anche con questo particolare compleanno viene fatta scoprire una storia meno conosciuta, quella di Thadea, e le caratteristiche di questa donna e il suo vissuto mettono al centro una vita particolare con un ruolo importante e tenuto nascosto per 500 anni. Una iniziativa bella, particolare e di grande rilevanza che ora può essere condivisa e riproposta attraverso teatro e musica, con un evento molto suggestivo e significativo dal punto di vista culturale e storico per tutta la nostra regione”.
La città di Montefalco sarà quindi coinvolta nella narrazione di questa storia, come ha sottolineato il sindaco di Montefalco, Luigi Titta: “Una storia che incuriosisce per essere stata segreta e come città ospitiamo con piacere un evento di questa portata e dentro un luogo straordinario come il museo di San Francesco. Questo sarà per noi il primo grande evento del 2023 e quest’anno siamo voluti partire con grande anticipo”.
“Quella di Thadea è vicenda intensa e coinvolgente che ha la struttura del romanzo, ma la particolarità di essere tutta storia vera” dichiara Andrea Margaritelli, presidente della Fondazione Guglielmo Giordano, che spiega anche come tutto è iniziato: “Ho avuto la fortuna di imbattermi per caso in questa bellissima figura femminile dimenticata, partendo da una ricerca iniziata molti anni fa all’Archivio di Stato di Perugia e conclusa all’Archivio Generale di Simancas in Spagna. Sono rimasto subito rapito dall’intensità delle sue lettere manoscritte e dal profondo legame con angoli insospettabili della nostra bella Umbria”. Per concludere con un auspicio che apre le porte a prospettive future anche di valorizzazione territoriale e promozione turistica: “La principessa Thadea chiedeva soltanto di essere riconosciuta: mi auguro che ora lo faranno in tanti, ascoltando le sue parole e visitando i suoi luoghi. In fondo il suo è un invito a mantenere sempre viva la ricerca del vero, il gusto della scoperta, e dunque la curiosità”.
A raccontare come un mix di voce e musica il momento artistico dell’evento di Montefalco, che sarà anche registrato per essere poi riproposto e divulgato, è stata Maria Cecilia Berioli, direttore artistico UmbriaEnsemble: “Maria Grazia Calandrone ha subito accettato la sfida di raccontare con parole questa storia, intrecciando così la narrazione teatrale con quella musicale incentrata sulle note de ‘La morte e la fanciulla’ e ‘Rosamunde’, composizioni di Franz Schubert. È singolare ascoltare una storia fatta Imperatori e Papi e vedere che la nostra piccola Umbria era già in primo piano, cosa che riafferma la centralità culturale della nostra terra. Con Thadea e la sua storia privata si rivive anche la grande storia, raccontando tutto attraverso la musica, l’arte e il teatro”.
L’evento è ad ingresso gratuito – richiesta registrazione al link: https://bit.ly/thadeamontefalco
L’evento è promosso da: Fondazione Guglielmo Giordano.
Con il sostegno e patrocinio di: Regione Umbria e Comune di Montefalco.
Main partner: Listone Giordano, Azienda Agricola Le Thadee, Archimedearte.
La storia in breve:
La madre di Thadea è la “bella perusina” Orsolina, della nobile famiglia della Penna. Nel primo Cinquecento, durante un viaggio nelle Fiandre, il marito Valentino de’ Cancellieri si ammala e muore. Rimasta sola a Bruxelles, Orsolina riesce a entrare in contatto con il giovane imperatore Carlo V e, nella primavera 1522, resta in dolce attesa di Thadea. Al ritorno in Italia, la piccola vedrà la luce a Bologna. Durante una breve pausa lungo il tragitto del rientro in patria. Orsolina fece quindi il suo ingresso a Perugia nascondendo la fresca maternità, mentre la cura della neonata fu affidata segretamente alle clarisse del monastero di Collazzone, isolato nelle colline tra Perugia e Todi.
Carlo V non si era affatto dimenticato della propria figlia. Trovandosi nei primi mesi del 1530 in Italia per essere incoronato dal Papa, approfittò dell’occasione per incontrare la piccola Thadea. Come di prassi all’epoca l’imperatore aveva già iniziato a tessere per lei importanti progetti matrimoniali, utili alla sua diplomazia. Nella primavera del 1536 avvenne però l’imprevedibile: gli zii materni della fanciulla, scopertane l’esistenza, forzarono la sua uscita dal monastero per offrirla in sposa a Sinibaldo de Cupis. Costui era un giovane rampollo di una delle più antiche famiglie di Montefalco, ascesa in breve tempo ai più alti livelli della corte pontificia, grazie soprattutto a Bernardino, «maestro di casa» della potente famiglia della Rovere, e a suo figlio Giovan Domenico de Cupis, creato cardinale da Leone X. Informato dei fatti solo a nozze ormai concluse, Carlo V scrisse una lettera molto risentita a Orsolina, accompagnata tuttavia da un appannaggio di 3000 scudi d’oro da destinare a «profitto e utilità» di Thadea. Gli anni successivi furono funestati da una lunga scia di lutti. Orsolina morì e la giovane Thadea rimase pure vedova: da qui la sua scelta di ritirarsi a “vita appartata” a Roma. Nel 1558 morì anche Carlo V e lei si ritrovò all’istante completamente sola, unica custode di una verità dapprima faticosa da nascondere e poi, da un giorno all’altro, ancora più faticosa da dimostrare. E al solo raggiungimento di questo scopo di ordine morale, l’affermazione della nuda Verità, appunto, dedicherà tutte le energie degli ultimi anni della propria esistenza. Sono vani i tentativi della donna, che fino alla fine si rivolge a Felipe II per chiedere riconosci i propri natali.
Morirà senza riuscirci, sfinita, dopo essersi battuta contro tutto e tutti. Come dimostra la sua firma in calce all’ultima accorata lettera di supplica al suo fratellastro minore, Felipe II, re di Spagna:
«Minima, indegnia et inutilissima serva Tadea».
In verità, Thadea, principessa d’Asburgo, figlia di Carlo V Imperatore.
Una storia di segreti e di donne, in cui Carlo V, l’imperatore del “regno in cui non tramonta mai il sole” ha avuto l’importante ruolo di ago della bilancia.