Liscebusso della Corte dei Conti sulla sanità dell’Umbria, J’accuse della procuratrice e i casi denunciati
” Stiamo assistendo, in Umbria come nel resto del Paese alla devastazione della sanità regionale” , ha detto ai microfoni della Tgr Rai. “Il diritto alla salute della collettività locale (Umbria, ndr) rischia di essere seriamente compromesso”, ha sostenuto nella sua relazione in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario contabile. E ancora, c’è una “assoluta inadeguatezza dei controlli regionali sulle strutture private convenzionate”. Sono solo alcuni passaggi sostenuti ieri dal procuratore della Corte dei Conti dell’Umbria, Rosa Francaviglia, in occasione dell’inaugurazione dell’Anno giudiziario. Un vero e proprio affondo contro chi gestisce la sanità in Umbria, un continuo di stoccate senza precedenti e un allungo che, in alcuni tratti, sembra andare ben oltre il confine giudiziario contabile. Controlli inadeguati sul privato, giudizi pesanti sulle scelte fatte , difesa della sanità pubblica dal rischio di smantellamento, riferimenti su fatti che devono essere ancora giudicati, e tanti altri passaggi, con singole citazioni, come quella del direttore del dipartimento di anatomia e istologia dell’ospedale di Perugia, Angelo Sidoni, sulle lacune di personale e strumentazioni. Una relazione a 360 gradi, con richiami, considerazioni e apprezzamenti che vanno ben oltre il danno erariale. Naturalmente non è mancato il solito elenco di errori medici, incarichi ritenuti illeciti e politici citati in giudizio. Anche su questo interminabile elenco la sanità l’ha fatta da padrona: circa 6 milioni di euro di eventuali danni all’erario. Se, poi, si approfondiscono i casi elencati una buona parte è ancora in attesa di giudizio, altri sono stati giudicati in primo grado e altri, pochi, sono passati in giudicato. Insomma, la maggior parte dei casi deve ancora avere una decisione definitiva. Si tratta principalmente di presunti errori medici con conseguenze per i pazienti. Si va da errate “esecuzioni di manovre odontoiatriche a incongrui trattamenti terapeutici e chirurgici per lesione del tendine d’Achille; dal decesso di un giovane paziente (28 anni) per esiti di trombosi venosa profonda conseguente ad intervento chirurgico al ginocchio per asportazione di cisti a incongrui trattamenti sanitari in occasione di due visite ortopediche di controllo a seguito di frattura metatarsale, in dispregio delle evidenze radiologiche; dal decesso di un paziente per shock settico ed insufficienza multiorgano a incidenti per garze o pezze laparotomiche lasciate nell’addome dei pazienti. Ma, oltre ai casi citati, nell’elenco c’è tanto altro, come l’incarico “illecito” quinquennale del direttore generale dell’Arpa Umbria conferito “in violazione di legge” all’ex direttore generale Walter Ganapini collocato in quiescenza in costanza del suddetto incarico. In questo caso la Procura della Corte dei Conti ha convenuto in giudizio, per un presunto danno di 288 mila euro, ben 14 persone, tra cui l’ex governatrice Catiuscia Marini, l’ex dg Ganapini e sei dirigenti della Regione. C’è, poi, la vicenda sui mancati incassi delle multe della polizia provinciale di Perugia dove la Procura della Repubblica ha concluso l’inchiesta penale su una marescialla del corpo. Per la Procura contabile, a differenza di quella penale, però oltre alla marescialla devono rispondere di un presunto danno erariale (446 mila euro) anche altre quattro persone, dirigenti della stessa amministrazione provinciale. Due valutazioni di responsabilità quindi diverse: per i giudici penali la responsabile è la marescialla della polizia provinciale, per quelli contabili invece c’è anche la responsabilità di altri perché avrebbero avuto “condotte gravemente omissive addebitabili ad apicali dell’ente”. La conclusione è che non potevano non sapere e così sono diventati concorrenti delle condotte dalla donna, malgrado che proprio l’Amministrazione di piazza Italia fu a denunciare alla Procura di piazza Partigiani l’intera vicenda.