Perugia, muore con l’ago nei polmoni: la Procura continua a indagare. Sentiti medici e infermieri
Non si fermano le indagini sulla morte di Vincenzo Bosco, deceduto nell’aprile scorso all’ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia. Quaranta anni, Bosco è morto mentre stava per essere sottoposto a un intervento al naso.. Il quarantenne ha iniziato ad avere problemi respiratori quando sono iniziate le operazioni per l’anestesia. Gli esami radiologici, poi sospesi proprio per la crisi respiratoria, avevano evidenziato la presenza di un ago da insulina in un bronco. Poi è arrivato il decesso. Una vicenda che vede indagati due anestesisti, due chirurghi e due infermieri. La Procura della Repubblica aveva affidato a dei periti il compito di capire cosa sia effettivamente successo e le ragioni della morte dell’uomo. Per i consulenti a causare il decesso di Bosco era stata l’insufficienza respiratoria acuta collegata a una polmonite pregressa e favorita dalla presenza di un corpo estraneo. Quindi un quadro clinico già compromesso da pregresse patologie e, forse, anche da una pregressa infezione da Covid-19. Ragioni queste che escluderebbero responsabilità da parte dei medici che, a loro volta, erano intervenuti correttamente secondo le linee guida. Resta però da capire se con quel quadro clinico non fosse stato opportuno rinviare l’intervento. Nei giorni scorsi il pm titolare dell’indagine, Franco Bettini, ha interrogato gli indagati e altre persone informate dei fatti. Una decisione che non solo conferma che l’inchiesta non è affatto chiusa ma che potrebbe anche riservare ulteriori sorprese.