Terremoto, decine di edifici inagibili: a Pierantonio l’80% delle abitazioni danneggiate
Sono decine, riferiscono i Vigli del Fuoco, gli edifici risultati inagibili in Umbria dopo i controlli svolti fino a questo momento in seguito alle scosse di terremoto dei giorni scorsi con epicentro nella zona di Umbertide. Nella frazione di Pierantonio – dove è stata chiusa la chiesa e dove è stato danneggiato anche il campanile – quasi l’ 80% delle abitazioni presenta inagibilità di vario genere. Nella giornata di ieri i vigili del fuoco hanno fatto diversi sopralluoghi e ordinanze di sgombero, in particolare nel centro di Pierantonio. I sopralluoghi nelle abitazioni private sono ripresi questa mattina. Intanto, nella tarda serata di ieri erano 116 le persone ospitate nelle palestre di Pierantonio e Umbertide per trascorrere la notte, alle quali la Protezione civile ha servito anche la cena. Fermi a 80 i cittadini che si sono rivolti alle strutture della Protezione civile nella zona di Sant’Orfeto. Sono, invece, più di 150 le segnalazioni arrivate al Centro operativo comunale di Perugia attivato dopo il terremoto. Il comune di Perugia ha provveduto, in collaborazione con la Caritas, alla somministrazione dei pasti mentre nei prossimi giorni sarà attivata la cucina mobile che verrà allestita dalla Protezione civile comunale. Nel frattempo gli esperti confermano che il sisma è avvenuto in una zona ad alta pericolosità, nell’area degli Appennini in cui la crosta terrestre si estende in una sorta di stiramento. L’epicentro, a Umbertide, è in un’area dove il terremoto più antico risale al 1593 e dove il più violento, di magnitudo 5.6, c’è stato nel 1984. Le scosse si sono sentite anche in altri posti perché il terremoto è stato molto superficiale. E’ infatti avvenuto alla profondità di appena 5 chilometri, e non di 10 come indicava la stima iniziale. Il fatto che sia stato un terremoto molto superficiale giustifica il fatto che a Umbertide e a Perugia i risentimenti siano stati molto forti anche ai piani bassi, ha osservato il sismologo Mario Anselm dell’Ingv. “Nelle valli intramontane – ha aggiunto – avviene un fenomeno di amplificazione delle onde sismiche”.