Mobilità sanitaria, nel 2020 in Umbria saldo negativo di 20 milioni di euro
La pandemia ha frenato gli spostamenti degli italiani per curarsi. Nel 2020, la mobilità sanitaria interregionale , ovvero il saldo che risulta dalla differenza tra l’attrazione di pazienti da altre regioni e la migrazione da quella di residenza, ha raggiunto un valore di 3,3 miliardi di euro e riflette le grandi disuguaglianze di servizi sanitari tra Nord e Sud. Lo evidenzia un nuovo report Gimbe, che sottolinea come le Regioni con maggiore capacità attrattiva si trovino anche ai primi posti nei punteggi Livelli essenziali di assistenza ( Lea). In Umbria nel 2020 si rileva un saldo negativo della mobilità sanitaria regionale, pari a meno 20.142.100 euro di cui: crediti per 64.248.769 di euro (la regione si colloca in 14/a posizione) e debiti per 84.390.869 (la regione si colloca sempre in 14/a posizione). Per quanto riguarda il saldo pro-capite di mobilità sanitaria, la regione si colloca in 11/a posizionecon un saldo negativo pro-capite pari a – 23 euro. Il volume dell’erogazione di ricoveri e prestazioni specialistiche da parte di strutture private è un indicatore della presenza e della capacità attrattiva del privato accreditato. La regione si colloca in 16/a posizione con le strutture private che erogano il 15,2% del valore totale della mobilità sanitaria attiva regionale. In dettaglio: ricoveri ordinari e Day hospital: 16,6% (media Italia 53,5%), ovvero la regione si colloca in 16/a posizione; specialistica ambulatoriale: 7,8% (media Italia 49%), con la regione che si colloca in 18/a posizione.