Perugia, trovato morto in casa: il Procuratore generale Sottani avoca a sé l’inchiesta sul decesso di Nicola Romano
Nicola Romano venne trovato morto a casa dieci anni fa. Quando sono arrivati gli investigatori hanno trovato un cuscino vicino al corpo e una siringa senza ago. Per la Procura della Repubblica Nicola sarebbe morto per overdose; per i familiari invece è stato ucciso. Per la Procura, anche sulla base di una nuova perizia medica, non resta che procedere all’archiviazione del caso. La famiglia però si oppone. Per i loro consulenti infatti Nicola è stato soffocato. Dopo dieci anni di accertamenti, perizie, richieste di archiviazione e opposizioni della famiglia, arriva la svolta: il Procuratore generale Sergio Sottani dispone l’avocazione dell’inchiesta. “Sussistono elementi per ritenere doverosa l’avocazione del procedimento”, sostiene il Procuratore generale. C’è qualcosa da accertare, ci sono le risultanze medico legali fornite dai difensori della famiglia di Nicola ed è necessario accertare l’eventuale contributo conoscitivo di alcune persone informate sui fatti. “Vanno sviluppate ulteriormente le indagini”, sostiene la Procura generale di Perugia. Non è la prima volta che il Procuratore generale Sottani avoca a sé un’inchiesta dopo aver ricevuto l’opposizione dei familiari delle vittime. Del resto l’avocazione è una facoltà prevista dal codice quando c’è un’opposizione a una richiesta di archiviazione. Nel novembre 2022 fu il Gip Natalia Giubilei ad ordinare altre indagini tra cui l’analisi dei reperti sequestrati. Ma quei reperti erano stati distrutti sei mesi prima. Un fatto che suscitò la reazione dei familiari di Nicola. Ora il fascicolo passa dalla Procura della Repubblica alla Procura Generale con i familiari della vittima che tornano a sperare. “Una bella notizia”, commenta Maria Chiara, la sorella di Nicola.