Tensione nel carcere di Perugia, medico minacciato con un coltello e detenuto preso al collo
Un detenuto albanese, arrivato dal carcere di Prato pochi giorni fa, durante una visita nell’ ambulatorio del 3 piano del Reparto Circondariale ha inveito prima verbalmente poi fisicamente, minacciando con un coltello rudimentale, il medico del carcere. Lo avrebbe minacciato di ammazzarlo se non gli avesse dato le medicine che chiedeva. Purtroppo non è stato il solo episodio di violenza di ieri l’altro. Nella serata, infatti, un detenuto tunisino trasferito a Perugia dal carcere di Porto Azzurro, ha aggredito un altro detenuto tagliandolo al collo. Ieri mattina, lo stesso detenuto tunisino ha sfasciato la propria cella e mentre gli agenti della penitenziaria lo stavano trasferendo in un’altra cella, senza nessun motivo, ha colpito con un punteruolo (probabilmente di ceramica) un assistente capo costretto a ricorrere alle cure dei sanitari dell’ospedale di Perugia. A ricostruire e denunciare i fatti è il sindacato di polizia penitenziaria Sappe. Ci sarebbe, poi, un terzo episodio. Un detenuto avrebbe insultato e minacciato la direttrice dell’Istituto penitenziario perché non gli avrebbe consentito una telefonata ai suoi familiari per sapere come stava il figlio ammalato. “Il personale di polizia penitenziaria nel carcere di Capanne – afferma Fabrizio Bonino, segretario regionale del Sappe – ha vissuto altre ore di incubo per violenze di alcuni detenuti. La situazione è allucinante, il caos è continuo. Ancora una volta parliamo di detenuti sfollati dalla Toscana e mandati nella discarica umbra dell’Ufficio detenuti del provveditorato. Per questo torniamo a chiedere con forza alle autorità politiche e istituzionali di intraprendere tutte le azioni affinché l’Umbria possa tornare ad ospitare la sede del Provveditorato per l’amministrazione Penitenziaria a Perugia, al fine di porre rimedio alle continue e numerose problematicità”.