A Vendemmia iniziata, Umbria Top Wines parla dell’aumento dei costi
In tutta la regione è già partita o parte in questi giorni la raccolta dell’uva e Umbria Top Wines, consorzio che rappresenta 108 soci in tutta la regione, tra cui i quattro consorzi di tutela, fa un’analisi di medio-lungo periodo, che non riguarda solo la produzione, ma anche l’andamento futuro del mercato del vino.
Se, infatti, negli ultimi tempi l’attenzione si è giustamente concentrata soprattutto sui danni della peronospora e del meteo, che hanno contribuito a una riduzione tra il 20 e il 30% della produzione di uva nella nostra regione, Umbria Top Wines accende una luce sugli alti prezzi che le uve stanno, in alcuni casi, raggiungendo in questi giorni di inizio raccolta. Vi è, infatti, la convinzione che l’immediato guadagno che il viticoltore ne può ricavare in un momento particolarmente complesso e di crisi economica come quello che stiamo vivendo da qualche anno, rischia di ritornare indietro come un boomerang per l’intero comparto del vino umbro nel futuro.
“Il mercato del vino sta vivendo da alcuni anni una situazione non facile. – spiega Massimo Sepiacci, Presidente Umbria Top Wines– La crisi economica generale, causata dalla pandemia prima e dalla guerra in Ucraina poi, ha causato una crescente contrazione dei consumi di vino in alcuni mercati esteri di riferimento, come gli Stati Uniti, il Nord America, la Germania. In questi Paesi si sta registrando -prosegue Sepiacci- un taglio dei consumi da parte delle famiglie sui beni cosiddetti voluttuari, come può essere il vino, a causa delle difficoltà economiche in cui molte famiglie versano.”
Il settore del vino, poi, negli ultimi anni, non è stato esente dall’innalzamento generalizzato dei prezzi, per cui il costo di produzione di una bottiglia è cresciuto parecchio, trascinato soprattutto dal costo del vetro, che ha raggiunto anche un +70% nello scorso anno.
“Aumento dei costi da un lato, riduzione dei consumi e della produzione dall’altro, possono portare come logica conseguenza un incremento dei prezzi delle uve e del vino -conclude Sepiacci- ma è fondamentale che i produttori umbri guardino oltre questo periodo così complesso. Nella consapevolezza che il prezzo è, comunque, dettato dal mercato, dobbiamo far presente che se il prezzo dell’uva diventa eccessivo il rischio potrebbe essere che la produzione regionale va fuori mercato in un momento in cui, invece, stiamo lavorando per la costruzione di un brand del vino umbro unitario, condiviso, riconoscibile. È evidente che questo deve essere evitato.”