Perugia, il centrodestra finge di ignorare il fallimento sulla sicurezza e rispolvera l’esercito: uno spot in vista delle elezioni

” L’utilizzo e l’impiego dei militari nei servizi di polizia finalizzati alla prevenzione e repressione dei reati nelle città è del tutto inutile”, sono le parole di uno dei più esperti rappresentanti delle forze di polizia in Italia, Felice Romano segretario nazionale del Siulp . Diversi anni fa rimproverò  l’allora ministro della Difesa, Ignazio La Russa,  che pensò all’utilizzo inedito dei militari per rendere sicure le strade del nostro Paese. “Non è in discussione l’altissima professionalità dei nostri militari per interventi su scenari di guerra – sottolineò Romano – ma una cosa è la cultura del nemico da abbattere quando oltrepassa il limite invalicabile, un’altra cosa è la gestione del disagio sociale, dell’Ordine e della Sicurezza Pubblica o dell’investigazione finalizzata alla repressione delle attività criminali”. Tutte competenze nelle quali i militari non possono essere e non sono utilizzati. Se non si va al cuore del problema resta, in poche parole, solo la solita propaganda per conquistare o mantenere qualche voto. Ancora una volta è la Lega che torna sull’argomento dopo il fallimento del progetto “Perugia città sicura”, più volte annunciato e rimasto incompiuto.  Con 19 voti a favore, il Consiglio comunale di Perugia ha approvato l’ordine del giorno del gruppo consiliare della Lega Perugia, presentato dal capogruppo Lorenzo Mattioni, sul reimpiego del contingente militare attraverso l’operazione “Strade sicure”.  “Riattivare Strade sicure – affermano in una nota i consiglieri del Carroccio di Perugia – è indispensabile per rafforzare il contrasto a quei fenomeni di criminalità che si verificano a Fontivegge ed in altre zone della città dove la Lega e l’assessore Luca Merli (anche lui leghista, ndr) hanno promosso e sostenuto le azioni delle forze dell’ordine”.  Per far comprendere meglio le contraddizioni dell’ordine del giorno approvato dal Consiglio comunale di Perugia basta partire dagli obiettivi dell’operazione, quindi dalla sua genesi. Strade sicure viene avviata nel luglio del 2008, due mesi dopo le elezioni politiche vinte dal centro-destra, in un momento caratterizzato da un diffuso senso di insicurezza. In questi 15 anni il centrodestra, compreso quello umbro, ha continuato ad accreditare l’idea che le Forze Armate  siano indispensabili per qualsiasi esigenza “civile”. I militari, invece, non hanno il potere di arrestare direttamente una persona che sospettano di aver commesso un reato, ma la possono semplicemente segnalare alle forze dell’ordine. ” Lo definirei uno spot di chi fa vedere che si interessa al problema della sicurezza senza però risolverlo”, sostiene Daniele Tissone, altro rappresentante delle forze di polizia. In poche parole sarebbe semplicemente “un’iniziativa di facciata”. La stessa Corte dei Conti, nel 2013, bocciò la decisione di impiegare i soldati nelle pattuglie miste con gli agenti di polizia e carabinieri, sottolineando che è “relativa l’efficacia dell’attribuzione alle Forze Armate di compiti di perlustrazione e pattuglia”. La questione della sicurezza, non solo a Fontivegge, ma in tutta la città di Perugia, si risolve soltanto dando più risorse alle forze di polizia, potenziando i presidi a difesa e controllo del territorio. Era aprile del 2019 quando l’allora sottosegretario al ministero dell’Interno Stefano Candiani, leghista anche lui, insieme al sindaco di Perugia Andrea Romizi, annunciarono  l’apertura di un posto di polizia a Fontivegge. A distanza di ben quattro anni nulla è successo, malgrado le promesse fatte. L’attuale ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, è stato indicato dal leader della Lega Matteo Salvini. Forse, sarebbe più opportuno che i consiglieri della Lega di Palazzo dei Priori, insieme al loro assessore alla sicurezza Luca Merli, rivolgessero l’appello all’attuale ministro magari coinvolgendo lo stesso Salvini. “Se le uniche parole sulle quali questa amministrazione focalizza l’attenzione quando parla di Fontivegge sono emergenza e contingenza, vuol dire che in tanti anni non è stata in grado di risolvere i problemi del quartiere attraverso una politica che non sia unicamente l’intervento dell’esercito”. Lo affermano i gruppi del Consiglio comunale di Perugia del Partito Democratico, M5S e Idee Persone Perugia.  “Se c’è emergenza – continuano le forze di opposizione –  è perché la situazione è sfuggita di mano o quello che si è fatto non è stato sufficiente a restituire un quartiere sicuro ai cittadini. Il rilancio di Fontivegge è stata una grande promessa del sindaco Romizi nella sua campagna elettorale, ma se dopo nove anni si deve presentare un ordine del giorno per richiedere nuovamente l’intervento dell’esercito per affrontare ancora un’emergenza nel quartiere, allora questa giunta dovrebbe farsi un esame di coscienza”.