Ex centrale Enel di Bastardo: il polo dell’idrogeno è saltato. La rimodulazione del Pnrr voluta dal governo cancella la riconversione del sito di Gualdo Cattaneo

Torna al centro del dibattito politico la riqualificazione dell’area ex centrale Enel di Gualdo Cattaneo. Dopo le chiacchiere degli ultimi due anni, con relativi impegni presi, a tornare sull’attuazione dei programmi è stato, questa mattina, il consigliere regionale Thomas De Luca del M5S. L’esponente pentastellato ha chiesto alla giunta regionale di conoscere programmi e tempi per la riqualificazione dell’ex centrale di Bastardo e se, “come minacciosamente paventato”, la rimodulazione dei fondi del Pnrr relativi all’idrogeno possa mettere in discussione il progetto relativo all’area. De Luca ha chiesto alla Regione di “mostrare i muscoli e chiedere il rispetto degli impegni presi, in particolare sulle aree dove Enel ha la responsabilità di dare alla popolazione non solo garanzie per il futuro sugli investimenti ma anche sulla bonifica”. Come è noto la centrale di Bastardo ha prodotto negli anni energia elettrica attraverso olio combustibile denso dal 1967 al 1990 e carbone dal 1991 lasciando nei territori di Gualdo Cattaneo e della Valle del Puglia una pesante eredità in termini di inquinamento ambientale. Una vicenda più volte affrontata dalle istituzioni umbre ma che ad oggi non ha portato ad alcun risultato. Ultimamente la Regione aveva presentato, come proposta per il Pnrr,  il progetto “Prima” che prevede la creazione in Umbria di un Polo regionale dell’Idrogeno e della Mobilità alternativa. Progetto che comprendeva anche la riconversione dell’ex centrale a carbone di Bastardo.  Si annunciava un investimento di 100 milioni di euro, di cui 75 in infrastrutture e impianti e 25 milioni di costi operativi nei primi quattro anni. Un progetto che avrebbe avuto, così assicuravano, una buona ricaduta occupazionale sul territorio: circa 92 posti di lavoro diretti e molti indiretti (quasi 200). All’improvviso però l’attuale governo Meloni, nell’ambito della revisione degli obiettivi del Pnrr, ha rimodulato i fondi europei per il settore idrogeno effettuando un forte taglio delle disponibilità previste per lo sviluppo delle infrastrutture a idrogeno.  Una scelta che ora mette seriamente a rischio il progetto “Prima” della Regione Umbria per la riqualificazione e riconversione dell’area dell’ex centrale a carbone di Bastardo. Anzi, rischia di archiviarlo definitivamente. A volere lo stanziamento sul centro di produzione idrogeno fu il governo Conte che lo inserì proprio sui fondi del Pnrr. L’assessore regionale allo Sviluppo economico Michele Fioroni ha confermato il cambio di rotta sui bandi del Pnrr limitandosi a dire di aver avviato con Enel un confronto per un “rinnovato sito industriale”. ” Abbiamo continuato a interloquire con Enel – ha detto Fioroni – per capire se la progettualità sia compatibile coi fondi Hydrogen Valley, fermo restando che 14 milioni di euro sono insufficienti. Dopo il bando Hydrogen Valley, abbiamo fatto una ulteriore richiesta al governo di finanziamento sia per Gualdo che Pietrafitta, ma la progettualità originaria non è stata più realizzabile”. Dura la replica di De Luca che rivolgendosi ai banchi della giunta ha detto che “le sparate di un anno fa si sono dissolse nel nulla”. Per il rappresentante del M5S “ci troviamo con un nulla di fatto e un buco in mezzo al cuore della Regione. Quando Enel viene in Regione e mostra i muscoli di fronte alla legge sull’idroelettrico, permettendosi di bloccare una regione su queste risorse, noi dobbiamo tirare fuori i denti, invece facciamo gli agnellini. Questo è irricevibile”.