Un umbro su cinque si cura fuori regione: Bori(Pd) “Smascherato il bluff della giunta regionale”
“I numeri dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari (Agenas), organo tecnico-scientifico del Servizio Sanitario Nazionale, sulla mobilità sanitaria smascherano il bluff e certificano quello che abbiamo detto da sempre, ovvero che il sistema sanitario dell’Umbria arretra vertiginosamente costringendo i cittadini a scappare nelle regioni limitrofe per farsi curare”. A dirlo è il consigliere regionale del Pd, Tommaso Bori, commentando l’ultima indagine di Agenas che restituisce un quadro “desolante” dell’Umbria, aggravato dalle scelte della Regione, che non costringono solo i cittadini “a scappare ma gli stessi professionisti sanitari o dirigenti, portando le strutture sanitarie in una instabilità ormai atavica”. Per Bori i numeri “restituiscono la realtà più di ogni altro ragionamento e Agenas dice che nel 2022 il saldo economico è passivo per la mobilità sia sul fronte dei ricoveri che delle prestazioni”. Un umbro ogni cinque si cura fuori regione e naturalmente tutto questo ha una ricaduta negativa sui conti. La Regione ha speso, infatti, 54 milioni di euro per curare i propri cittadini in ospedali di altre regioni, ottenendone 36 per aver attratto pazienti da fuori e da qui, sottolinea Bori, ecco il saldo negativo di 18 milioni di euro. Saldo sempre con il segno meno anche nelle prestazioni per tre milioni di euro. Le regioni verso le quali si indirizzano gli umbri sono Emilia Romagna, Lazio e Lombardia. La situazione è assai grave se si considera che appena sei anni fa, 2017, c’era invece una sostanziale parità. In questo contesto, aggiunge Bori, “l’indice di fuga è del 21%”. Una fotografia impietosa che certifica il difficilissimo momento della sanità umbra. ” Scelte sbagliate o rimandate – conclude Bori – che stanno portando l’Umbria indietro e gli umbri non ne possono più. Liste d’attesa, sanità pubblica sempre meno accessibile, fuga di professionisti, stanno mettendo a dura prova il sistema sanitario regionale, pubblico e gratuito, che dobbiamo difendere a tutti i costi. Per questo continua la mobilitazione su tutto il territorio”.