Anci Umbria, Toniaccini: “Serve un intervento risolutore sulla digitalizzazione degli appalti”
“La nuova disposizione di Anac sull’utilizzo transitorio di un’interfaccia web semplificata per gli affidamenti diretti di importo inferiore ai 5mila euro non è una soluzione al problema che si trovano a dover risolvere molti comuni umbri”. Anche Michele Toniaccini, presidente di Anci Umbria e sindaco di Deruta, interviene sulla questione dell’entrata in vigore (dallo scorso 1 gennaio) dell’obbligo di utilizzo delle piattaforme digitali per l’intero ciclo di tutti gli appalti pubblici, previsto dal nuovo Codice dei contratti per adempiere alle riforme del Pnrr e che modifica completamente il sistema dei cig (codici identificativi gare).
Nella giornata del 10 gennaio l’Anac (Autorità nazionale anticorruzione), recependo dai Comuni le prime segnalazioni di criticità, ha già inviato una nuova indicazione sull’applicazione, attraverso l’utilizzo di una piattaforma dedicata, delle disposizioni del codice dei contratti pubblici in materia di digitalizzazione degli affidamenti di importo inferiore ai 5mila euro per garantire ai Comuni un migliore passaggio verso un’amministrazione totalmente digitale.
“Ora sarà mia premura – prosegue Toniaccini – verificare con gli uffici l’effettiva utilità di questo servizio che sarà valido fino al prossimo 30 settembre e che non risolve il nostro problema. Il tutto senza considerare che l’accesso tramite Spid impedirà la collegialità del lavoro degli uffici, creando gravi problemi organizzativi soprattutto all’interno degli enti di minori dimensioni demografiche”.
“Per questo motivo – sottolinea il presidente di Anci Umbria – chiediamo che, come previsto dalla Finanziaria 2007, si tolga l’obbligo di cig per acquisti sotto i 5mila euro o almeno di ripristinare lo smart cig. È impensabile adottare delle procedure macchinose per incarichi da poche centinaia di euro obbligando le ditte artigiane o i negozi del territorio ad aderire a piattaforme telematiche complesse e macchinose. Così facendo mettiamo a rischio le piccole attività economiche della nostra regione. Servono piattaforme semplici, interfacce chiare, che non rappresentino un adempimento macchinoso per i dipendenti comunali e che siano in grado di soddisfare i dettami dell’Unione Europea in funzione dell’attuazione e del successo del Pnrr“.