IL FUTURO DELL’EUROPA

di Pierluigi Castellani

In questa stagione in cui l’integrazione europea viene da alcune forze politiche e da alcuni stati messa in discussione con il pericolo di un processo di rallentamento  e di abbandono di quei    pilastri, che fino ad ora hanno segnato il cammino dell’Europa, Enrico Letta, incaricato dalla commissione UE di redigere un rapporto sul mercato unico, ha raccolto per le stampe de Il Mulino il resoconto dei colloqui avuti nei 27 paesi con i responsabili dei governi, visitando ben 65 città europee mettendosi in ascolto dei problemi e delle esigenze che la strada dell’integrazione europea evidenzia. Non a caso il libro si intitola “Molto più di un mercato”  ad indicare , che oltre ai problemi economici sottesi all’argomento c’è anche da coltivare la suggestione di fare dell’Europa qualcosa di più, anche un continente che per la sua storia e per i suoi valori diventi un interlocutore privilegiato per le sfide che oggi ha di fronte il mondo. Il libro è essenzialmente un viaggio nei principali centri europei con le dinamiche che l’economia impone, con un confronto serrato con la politica ed il mondo economico dei paesi europei alle prese con la necessità di una maggiore integrazione, per quella più Europa, che è sta evocata nella recente campagna elettorale per il rinnovo del parlamento europeo. C’è poi qualcosa di più rispetto alle quattro libertà evocate da Delors, libera circolazione di beni, servizi, capitali e persone, c’è la necessità di aggiungere la libera circolazione delle idee e della conoscenza, ” perché senza la conoscenza e la scienza non può esserci un futuro per l’Europa. ” L’unione europea del futuro – scrive Letta –  non può che essere impermeabile al populismo antiscientifico  perché l’economia della conoscenza rafforza la democrazia”. Occorre quindi una maggiore integrazione nel settore della sicurezza, della difesa e del mercato finanziario. ” La finanza deve essere al servizio dell’economia reale e quest’ultima senza poter accedere a finanziamenti adeguati , non è competitiva”. Sono molte le osservazioni e le proposte che Letta avanza nel suo rapporto come quella che riguarda l’integrazione del mercato dei capitali. Infatti Letta osserva come il risparmio europeo finisca per finanziare il mercato americano anziché quello europeo per circa 300 miliardi di Euro. Una maggiore integrazione è un imperativo che va fatto proprio dalla UE, anche  per osservazioni , che possono apparire banali e che invece non lo sono affatto. Letta  osserva come le capitali europee non siano collegate con treni ad alta velocità e questo impone problemi di inquinamento e di sostenibilità. Come può esserci un’Europa unita se le sue capitali sono raggiungibili solo su gomma o per via aerea ? Ci sono nel libro altri suggerimenti per una più sollecita integrazione. Tra questi c’è la necessità di “passare dalle Direttive ai Regolamenti che sono immediatamente attuativi e con necessitano di una norma nazionale per implementarli” . Infine Letta avanza un proposta che farà certamente discutere ,che  chiama il 28° ordinamento. Gli stati che desiderano una maggiore integrazione possono volontariamente aderire ad ” un nuovo regime giuridico davvero europeo, che non sostituisce i 27 nazionali, ma si presenti come un’opzione in più. Le imprese potranno così scegliere se mantenere il proprio regime nazionale o se adottare questo 28°  ordinamento valido in tutta l’Unione Europea”. Torna in qualche modo l’idea di un’Europa a due velocità? Ma osare il nuovo significa aggiungere al sogno europeo quella necessaria dose di utopia, che ha fatto muovere Jacques Delors, il vero padre del mercato unico.

Enrico Letta, ” Molto più di un mercato. Viaggio nella nuova Europa”, Il Mulino, Bologna, 2o24, pp. 187