LA GEOPOLITICA DI PUTIN

di Pierluigi Castellani

Le guerre in corso , che stanno infiammando il mondo, hanno distratto l’opinione pubblica dall’evento organizzato a Kazan dalla Russia con il raduno dei paesi, cosiddetti Brics, che aspirano ad egemonizzare in qualche modo il nuovo ordine mondiale alternativo a quello, che fino ad ora ha subito l’influenza dell’America e degli altri paesi occidentali. Ma mentre  molti di questi paesi che aderiscono al club dei Brics, che ,non dimentichiamolo, rappresenta quasi la metà della popolazione mondiale, hanno in mente la creazione di un multilateralismo senza alcuna egemonia per poter far emergere le loro economie in uno spazio più largo, le intenzioni di Putin appaiono ben altre. Putin cerca in questo modo, avendo  monopolizzato l’assemblea di Kazan, di sfuggire al proprio isolamento in cui si è cacciato con  l’aggressione all’Ucraina, cercando di allargare un fronte comune con paesi come la Cina, Brasile, Iran ed altri, che insofferenti del dominio del dollaro nel mercato internazionale vorrebbero sostituirlo con un altro sistema di pagamento, anche se non si sa su quale moneta dovrebbe far leva. Questo infatti non sarà un obbiettivo facile da raggiungere mentre l’altro obbiettivo potrebbe avere meno ostacoli , perché tende ad aggregare i paesi insofferenti oramai del dominio occidentale. E’ insomma un fronte chiaramente antioccidentale che Putin ha in mente di realizzare. Sono molti i paesi insofferenti dell’occidente , soprattutto nel sud del mondo, ove l’occidente ha significato colonialismo e predazione di ricchezze naturali con quanto si è avuto in termini di razzismo e dominazione straniera. E su questo che Putin conta, si pensi all’Africa, all’ India, all’oceano pacifico, all’ America del Sud. Ma su quali valori dovrebbe far conto questo fronte  antioccidentale?  Perché  l’autoritarismo della Russia di Putin, il partito unico cinese, le teocrazie islamiche, non sembrano essere certamente valori accattivanti, perché spesso emergono invece il soffocamento di ogni dissenso, la repressione della libertà delle donne in certi paesi del mondo islamico, costrette non solo a vestirsi come viene loro comandato ma anche, come in Afganistan, di rinunciare allo studio ed alla loro emancipazione . Tutto questo non può certo essere accattivante perché comporta il non rispetto dei diritti umani, della libertà e di ogni parvenza di democrazia. Ciò nonostante i valori dell’occidente sembrano aver perduto, per il passato da condannare, comprese lo scoppio delle due disastrose guerre mondiali del secolo scorso nate proprio all’interno di quello che chiamiamo occidente,   il loro appeal. Eppure non ci sarebbe stata la pace del dopoguerra e la crescita economica senza aver cercato di declinare al meglio i valori dell’illuminismo francese: liberté, égalité, fraternité, e le famose quattro libertà atlantiche: libertà di espressione, libertà religiosa , libertà dal bisogno, dalla  miseria, libertà dalla paura. Vogliamo buttar via con l’acqua sporca anche il bambino? Ed allora anziché arroccarsi in difesa sterile dell’Occidente occorre riprendere un dialogo a tutto campo, accettando il multipolarismo, che non ammette egemonie, e far scoprire il bluff che si cela dietro a questo attivismo di Putin con il suo antioccidentalismo , che non è altro che la foglia di fico dietro la quale si nasconde il neoimperialismo russo, che non può coincidere con gli interessi commerciali della Cina, con quelli del Brasile e soprattutto del gigante indiano, che nonostante gli indubbi successi  della sua avanzata  tecnologica nel settore dell’informatica ha ancora molto da fare per affrancare parte dei suoi abitanti dalla miseria e dalla fame. Non possiamo permettere a Putin di riscrivere la nostra storia  e di ipotecare il nostro futuro.