Indagine Tesei-Agabiti, la ricostruzione della stampa nazionale: botta e risposta Tesei-Proietti

La vicenda risale al 2021, quando la Regione dell’Umbria predispone un bando dopo la pandemia per lo sviluppo di filiere agricole. In queste ore tutti i giornali nazionali danno ampio spazio alla vicenda umbra. Scrive “La Stampa” nella sua edizione online: “Circa tre milioni di euro di fondi vanno all’Azienda Urbani Tartufi”. L’azienda è gestita dal marito dell’assessora regionale al bilancio e programmazione europea, Paola Agabiti. L’assessora cinque anni fa è stata eletta proprio nella lista della Tesei. Nell’Azienda Urbani Tartufi lavora il figlio della Tesei. In Procura arriva un esposto anonimo, come nella maggior parte dei casi avviene. Le indagini vengono condotte dalla Guardia di Finanza di Perugia e riguardano soprattutto due delibere approvate dalla giunta regionale. Dopo l’abolizione dell’abuso d’ufficio, voluta dal governo Meloni e dal centrodestra, è stata chiesta l’archiviazione. Secondo “Il Fatto Quotidiano” l’istanza della Procura è stata accolta dal Gip del Tribunale di Perugia con questa formula: ” Il fatto non è più previsto dalla legge come reato”. Come spesso avviene scoppia la polemica. “Ho appreso la notizia solamente oggi e solo perché ne hanno parlato i giornali”, ha detto all’Ansa la presidente Donatella Tesei. Che poi aggiunge: ” Mi risulta che l’indagine era iniziata da tempo e già questo dimostra la correttezza dell’operato della mia amministrazione”. La Tesei, in attesa di consultare gli atti, denuncia: ” Assisto alla consueta attività di strumentalizzazione e mistificazione, con argomenti di ignobile livello”. Sul resto non dice nulla. E’ vero o no che il figlio lavoro all’Azienda Urbani ? L’assessore Agabiti ha partecipato e votato in quella giunta ? L’avvocato perugino Nicola Di Mario, legale dell’assessora Paola Agabiti, spiega che la delibera della Giunta riguarda “un tema di interesse generale (economia dell’Ente ed estensione del programma di sviluppo rurale per l’Umbria con riguardo alle filiere produttive di olio, luppolo e tartufo) risultava adottata in modo del tutto legittimo”. Sulla vicenda interviene anche la candidata presidente del centrosinistra, Stefania Proietti. “Certamente lascia molto l’amaro in bocca una questione in cui al di là dell’abuso di ufficio e del reato c’è sicuramente un motivo di inopportunità politica, oltre alla questione familiare della Tesei, visto che nella sua giunta ci sono persone legate a questa filiera”, commenta con stile Stefania Proietti. “Sicuramente c’è la necessità che si guardi anche ad altre filiere. E’ una situazione per cui la buona politica avrebbe evitato di trovarsi proprio per ragioni di opportunità politica e di conflitto di interessi che sicuramente fa molto pensare”, aggiunge.