E’ ORA DI DIRE BASTA
di Pierluigi Castellani
Basta alla guerra, basta a tutte le guerre! E’ questa oramai l’invocazione che giunge da tutti i popoli, da tutte le nazioni. Non si può continuare ad uccidere per rivendicare una presunta supremazia o per rappresaglia contro un’ aggressione. Sappiamo tutti che la pace armoniosa, che rivendichiamo, non si ottiene solo con un’invocazione o con parole che poi non vengono ascoltate . Sappiamo pure che a volte la pace o meglio l’assenza di guerra viene garantita da una reciproca deterrenza come avvenuto ai tempi della guerra fredda, ma ora la misura è colma , c’è una continua escalation, che rischia di condurre ad una nuova devastante guerra mondiale, ed è pur vero che il possesso della bomba atomica da parte di molte potenze consiglia a tutti di non usare mai questa arma devastante, ma il possesso diffuso delle tante armi cosiddette convenzionali anziché frenare spinge i popoli ad usarle per difendersi o prevalere sugli altri, per farsi ragione, spesso presunta, nei confronti di altri. Intanto muoiono soldati e moltissimi civili, tanti bambini innocenti, che non avranno mai la possibilità di una vita propria, di gustare anche il sapore della felicità della serenità. Le guerre, come ricorda papa Francesco non finiscono con una sconfitta e una vittoria, ma solo con un compromesso di pace. Sì , occorre rivalutare la parola compromesso, che è l’accordo tra coloro che in nome della pace sono disponibili a reciproche concessioni. Non si può avere tutto. Certo sappiamo bene che nel caso dell’Ucraina c’è un aggredito ed un aggressore, sappiamo bene che in medio Oriente c’è la piaga del terrorismo, ma in questo caso se non si dà una soluzione al problema dei palestinesi la pace non ci sarà mai e non bisogna temere di essere accusati di antisemitismo se ci permettiamo di criticare i metodi del governo Netanyahu. Per questo ci rifacciamo alle parole che usò un insospettabile Primo Levi in occasione dei massacri di Sabra e Chatila: “Gli argomenti che noi ebrei della Diaspora possiamo opporre a Begin (allora capo del governo israeliano) sono due , uno morale e l’altro politico. Quello morale è il seguente: neppure una guerra giustifica la protervia sanguinosa che Begin e i suoi hanno dimostrato. L’argomento politico è altrettanto netto: Israele sta rapidamente precipitando nell’isolamento totale”. E’ antisemitismo ricordare queste parole di Primo Levi? Non credo. Così pure parlare di una possibile pace tra Ucraina e Russia non è dimenticare l’ingiustificata aggressione di Putin, ma ricordare che al di sopra di tutto c’è la salvaguardia della vita di tanti civili, di donne ,bambini ,anziani, che sono sia la memoria del passato che il futuro di un paese. Non sappiamo come si potrà raggiungere la tanto invocata pace “giusta”, ma è certo che ci vuole il coraggio della lungimirante politica, di chi sa fare la scelta della diplomazia anziché delle armi. Credo che anche in questo caso sia giunto il momento. Forse non si potrà cancellare ingenuamente la parola guerra dal futuro del nostro pianeta, ma siamo convinti che a fare la pace c’è bisogno di più coraggio che a fare la guerra.