DIS…CORSIVO. TORRITA TIBERINA
NOSTRADAMUS di Maurizio Terzetti / Infine, tutto si riconduce quassù e ci riconduce in fondo al paese di Torrita Tiberina. Se uno arriva fin qui, davanti alla tomba di Aldo Moro, ha la sensazione netta di quella parte recente della storia d’Italia che si è fermata col suo assassinio, di una frana che ha interrotto il cammino, di un fiume che è straripato e ha composto un lago d’indifferenza per tutto quanto è avvenuto dopo.
Il percorso dell’Italia, dopo il 1978, ha aggirato quella frana, è passato al di sopra del lago immoto, ha dimenticato la tomba di Aldo Moro.
Non che se la sepoltura fosse stata scelta in un cimitero monumentale, la memoria di Moro sarebbe stata più venerata e più assidue sarebbero state le visite, con fiori e proclami. Se si vuole ricordare uffcialmente Moro, si va, come sappiamo, in via Fani e in via Caetani, ma per l'affetto privato, che a ognuno di noi potrebbe venire in mente di esprimere all'uomo e allo statista, non si sa nemmeno dove andare a cercare la tomba. Ed è inutile continuare a ripetere che la volontà di Moro prima e quella della famiglia dopo hanno voluto isolare Moro dal clamore insincero e dalle lacrime finte di quanti – e non è un discorso solo politico, solo rivolto ai partiti, ma all'opinione pubblica stessa – hanno lasciato che la frana terrorista lo sommergesse.
Bisognerebbe, ormai, far un passo in più, rimuovere la frana, prosciugare il lago, far ripartire la storia dell'Italia dall'inespresso di Moro, da tutte le potenzialità politiche del suo pensiero, rimaste lassù, nel cimitero di Torrita Tiberina.
L'anima di Moro, per una volontà che esula da qualunque ipocrisia terrena, è ben lontana dal suo sepolcro: da credenti ne siamo convinti, da non credenti un attimo di commozione lo proviamo tutti davanti al nome di Moro inciso sulla tomba e a confronto con la sua memoria rimasta nei nostri cuori.
La visione delle cose, la cultura, il discorso, la morale di Aldo Moro, invece, sono tutte entità rapprese fra i vialetti del piccolo cimitero di Torrita Tiberina. Portarle via da lì non è possibile, ma andare lì e sostare, lasciarsi andare al tempo che si è fermato può aiutarci, ripartendo, a riprendere qualcosa di quella politica di quarant'anni fa e a darle un posto nella politica di oggi. Sono troppi gli aspetti che, morto Moro, sono venuti a mancare alla politica perché non possiamo pensare di rileggerli – e di rileggere noi stessi, che ci fossimo o che non ci fossimo, allora - nella coscienza poltica di quarant'anni fa o, se volete, precisamente, di trentasette anni fa, quando all'improvviso un Paese intero si è fermato a causa di una ferocia che solo il silenzio di Torrita Tiberina può aiutare a superare.