Chi governerà l’Umbria?

di Pierluigi Castellani
Questa campagna elettorale, che stenta ad entrare nel vivo, sta assumendo toni diversi dalle altre quasi che non ci sia da contendere il governo di una regione ma soltanto un posto in consiglio regionale. Infatti sono soprattutto i candidati delle singole liste che tengono vivo il dibattito, mettendosi soprattutto in lizza con altri candidati della medesima lista per guadagnare quelle preferenze necessarie per raggiungere l’agognato seggio. Si osserverà che è quasi sempre così quando il sistema elettorale è basato sulle preferenze all’interno del voto di lista, ma è pur vero che in gioco c’è il governo dell’Umbria e che quindi il confronto dovrebbe essere tutto sui programmi e sulla credibilità delle proposte. Infatti è qui che vorrei condurre l’attenzione.

Il centrosinistra con la Presidente Marini sta infatti cercando di spostare il dibattito sulla capacità di governare una piccola regione, che pur trovandosi al centro dell’Italia sconta la difficoltà di misurarsi con le regioni contermini, meglio dotate di opportunità e di infrastrutture e con lo sbocco al mare, che garantisce migliore viabilità e più rapide comunicazioni. E’ per questo che il centrosinistra, pur forte del buon governo che ha alle spalle, dedica molto della sua proposta al fronte dell’innovazione, che deve investire tutti i servizi come il sistema delle imprese e delle attività produttive in genere. E’ infatti puntando sulle eccellenze e sulle infrastrutture immateriali come internet e la banda larga ,che si può fare anche di una piccola regione come l’Umbria il centro di interconnessioni capaci di superare il naturale isolamento in cui la costringe la sua centralità.

Il centrodestra sembra solo insistere sul cambiamento purchessia ,promettendo risparmi e piglio manageriale nella gestione della cosa pubblica, mentre il movimento 5stelle, terzo incomodo, continua nella sua performance populista sfuggendo i reali problemi dell’Umbria. La verità è che per governare bisogna saper dimostrare di avere una vera capacità di governo, perché poi ai problemi non si sfugge e giustamente i cittadini vogliono concrete risposte alle loro necessità. Ed allora può il centrodestra, che ha dato disastrosi esempi della sua incapacità di governare l’Italia, essere in grado di governare l’Umbria ? Quali sono i riferimenti culturali del centrodestra ? Non certo quella rivoluzione liberale promessa da Berlusconi e poi naufragata sotto le tante spinte corporative a cui Berlusconi non ha saputo fare argine. Non certo il semplice buon governo, perché la sua amministrazione non è stata esente da scandali, né una politica internazionale ed europea all’altezza dei tempi, considerata la scarsa autorevolezza che Berlusconi si è saputo guadagnare tra i suoi stessi partner del PPE. Ed allora non sarà certamente un centrodestra allo sbando a risollevare le sorti dell’Umbria e tanto meno il M5S che deve dare non solo prova di saper governare una città in Umbria , ma che anche a livello nazionale non ha saputo superare i limiti di una protesta contro tutti e fine a se stessa.

Per questi motivi gli umbri non possono non affidare al centrosinistra, in questo caso alla presidente Marini, il compito di governare la regione, tenendo conto che ci sarà da affrontare nei prossimi cinque anni una sfida in più, quella della probabile messa in discussione del ruolo delle piccole regioni. Se l’Umbria vorrà continuare ad esistere e dare il proprio contributo allo sviluppo del paese non può affidarsi a mani inesperte e senza un disegno complessivo del governo di una società difficile come si approssima ad essere quella del prossimo quinquennio.

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