L’ISIS, UNA GUERRA COSI’ TERRIBILE L’ISIS, UNA GUERRA COSI’ TERRIBILE CHE, VISTA IN TV, SEMBRA UN VIDEOGIOCO
Visto da lontano sembra un terribile videogioco: gente forsennata che si muove con cieco furore, decapita presunti nemici, distrugge le vestigia di una storia nobilmente multi millenaria.
Migliaia di giovanotti scatenati da una molla che ritengono religiosa. Inseguono, ormai in mezzo mondo, il sogno del ‘’Califfato’’. E là ove ancora non sono arrivati, proiettano, con sofisticati mezzi telematici, le loro minacce. Pongono nel mirino perfino il Vaticano.
Non è il film dell’orrore immaginato da sceneggiatori perversi: la pellicola che, attraverso le televisioni, ci scorre tutti i giorni sotto gli occhi, è la triste, avvilente e allarmante proposizione della realtà.
Ora l’Isis, dopo aver imperversato per mesi qua e là per i più svariati angoli della terra, si sta accanendo su Palmira, storica città siriana, ricca di ammiratissimi tesori d’arte. Con furia iconoclasta si punta, anche lì, alla distruzione di un passato che pure testimonia le civiltà del tempo che fu. Ma prima si annienta il presente: centinaia di soldati e di civili vengono decapitati anche…. a beneficio propagandistico di telecamere che si affrettano a diffondere messaggi…di annuncio. Cioè di intimidazione.
In ogni parte del mondo occidentale ci si chiede: ‘’L’Isis è altro da noi?’’. E’, purtroppo, una domanda dettata dal timore perché poi in Francia come in Belgio, nel nord Europa come in Italia, scopriamo che brandelli di Isis ce li abbiamo anche a portata di mano perché sono tanti i giovani che lasciano i nostri territori per andare a raggiungere i gruppi impegnati, in varie zone, nell’esaltazione della’’guerra santa’’. Nel nostro Paese, secondo i referti del Viminale, sono poche decine gli ‘’insospettabili’’ che hanno lasciato case e lavoro per correre ad unirsi agli scatenati devastatori dell’Isis.
Purtroppo queste dinamiche, proprio perché sono variamente reali, inquinano e intossicano anche le campagne elettorali e perfino le decisioni che gran parte dell’Europa adotta quando si tratta di misurarsi con migliaia di ‘’sconosciuti’’ che cercano di arrivare da Paesi per lo più islamici. Su questi temi, senza dubbio sensibili, molti ‘’manovratori della politica’’ ci inzuppano il biscotti. L’arma della polemica politica è agevolmente utilizzabile.
Di fronte al dilagare del ‘’fenomeno Isis’’ queste sono, In Italia come altrove, la sconcertata presa d’atto.
Come rimediare? In qual modo opporsi? I Capi di Stato del mondo….modernizzata si pongono inquiete domande, senza riuscire a trovare risposte. Intervenire con la forza degli eserciti? Ma dove? Soprattutto con quali eserciti? Gli analisti meno istintivi suggeriscono la necessità del dialogo. Però con chi dialogare? Chi sono gli interlocutori con i quali bisognerebbe trattare?
Intanto la macchia annientatrice si espande.
RINGHIO