Terni, la concentrazione di metalli pesanti nella conca resta critica
TERNI – La concentrazione di metalli pesanti nella conca ternana rimane critica. Qui più che in altre zone della regione, si registrano le presenze maggiori di nichel e cromo nelle polveri sottili: è quanto emerso dai risultati dell’attività analitica e di campionamento svolta da Arpa Umbria tra il 2013 e il 2014 nell’ambito del monitoraggio della qualità dell’aria, illustrati questa mattina in Provincia.
Dalle rilevazioni fatte nelle 25 stazioni fisse dislocate in tutta l’Umbria, sono stati registrati superamenti di Pm10, rispetto al numero dei giorni consentiti in un anno, nella postazione di Foligno e in quelle di Borgo Rivo e Le Grazie, entrambe a Terni.
Per quanto riguarda i metalli pesanti, la media annua non ha mai superato, in nessuna zona della regione, i valori-obiettivo stabiliti dalle norme, anche se a Terni, vista la presenza industriale, vengono registrati i numeri più alti, soprattutto in inverno. La natura industriale di questi metalli è confermata anche dalle medie settimanali registrate nel periodo agosto-dicembre 2014, in occasione della chiusura estiva e dello sciopero dell’Ast, nei siti di Prisciano e Carrara, in cui si è verificato un abbassamento della presenza sia del cromo che del nichel. Nello stesso periodo non è diminuita però la concentrazione di polveri sottili (Pm10), “sintomo – ha spiegato il direttore tecnico di Arpa Umbria, Giancarlo Marchetti – dell’incidenza delle caratteristiche orografiche del territorio”.
Dalle rilevazioni dell’Arpa le misure di benzo(a)pirene – omogenee su tutta l’Umbria – e la loro correlazione con altri inquinanti derivanti dalla combustione del legno, come il levoglucosano, hanno suggerito invece una diretta influenza tra il riscaldamento residenziale e le problematiche di inquinamento, mentre i valori di di diossine e Pcb, non previste dalla normativa, hanno mostrato una situazione non allarmante, anche se con valori superiori sempre a Terni. Tutti i dati sono stati poi confermati dalle analisi sulle deposizioni al suolo.
La tendenza complessiva, secondo Marchetti, è comunque quella verso “il miglioramento, anche è ancora necessario intervenire, soprattutto su traffico e inquinamento, più che sull’industria”.
“I risultati di questa intensa attività analitica – ha concluso – hanno portato a un quadro conoscitivo più completo sulla qualità dell’aria della nostra regione e a un sistema di monitoraggio più efficiente, anche in termini di impiego delle risorse, e più funzionale rispetto al quadro delle pressioni ambientali oggi presenti”