Servizi per l’infanzia: grido d’allarme della Cgil funzione pubblica

La Funzione pubblica della Cgil lancia il grido d’allarme sui servizi educativi dell’infanzia. “Abbiamo forti preoccupazioni per la tenuta di questi servizi in particolare in alcuni Comuni – hanno detto dalla Fp Cgil – e vogliamo quindi lanciare un grido di allarme a ridosso della ripresa dell’attività didattica. Chiediamo di aprire una riflessione ed un confronto su questa tematica con la nuova giunta regionale”.
A 10 anni dal varo della legge regionale la situazione di questi servizi è a macchia di leopardo.
“In alcuni Comuni anche di media entità – dice la Cgil – come quello di San Giustino, dove la volontà espressa dall’amministrazione è stata quella di “resistere”, tutelando i servizi pubblici già esistenti, registriamo una “tenuta del servizio pubblico”, invece in altri Comuni, tra cui sicuramente il Comune di Terni, quello di Spoleto e Marsciano o il Comune di Perugia (se pensiamo a esperienze quali quella della scuola materna S.Croce) registriamo un depotenziamento dell’attività pubblica e l’adozione di politiche che sembrano favorire le strutture private, con una riduzione di risorse in gran parte a carico dei lavoratori e delle lavoratrici”.
La Cgil chiede quindi una verifica della situazione in cui si trovano i servizi educativi all’infanzia, si affrontino le criticità e si operi per un loro rafforzamento.
“Come Cgil Fp dell’Umbria – si legge in una nota – abbiamo già convocato per il 10 settembre il Coordinamento Regionale degli Enti Locali per affrontare nello specifico tale problematica insieme con i coordinatori dei comitati degli Iscritti e le istruttrici dei vari comuni dell’Umbria. Un coordinamento della Cgil per costruire con i lavoratori e le lavoratrici una “road map” e delle conseguenti azioni per tutelare e rafforzare il servizio educativo dell’infanzia a gestione pubblica .
Scendendo nel dettaglio, la Cgil spiega che “la città di Terni negli anni passati ha potuto contare sull’erogazione di un servizio educativo all’infanzia che era considerato un patrimonio questa città e un esempio per varie città italiane, creato con la collaborazione delle istruttrici che con la loro esperienza e professionalità hanno saputo dare slancio e sviluppo a tale servizio. Ora dai primi di agosto – continua la Cgil – abbiamo appreso una nuova riorganizzazione dove è stabilita la chiusura di n. 2 sezioni nella scuola materna e di una negli asilo nido in aggiunta ad una riduzione di orario in n. 2 sezioni della scuola materna, a causa anche del pensionamento di n. 3 educatrici che non verranno sostituite con nuove assunzioni (turn over).
La Cgil ricorda “la chiusura di 4 mense favorendo l’esternalizzazione del servizio di fornitura pasti. Siamo difronte ad un taglio finanziario di circa euro 400.00,00 a cui si accompagna ancora incertezza nelle varie voci di spesa che non garantiscono la continuità di alcuni servizi per l’intero anno: esempio la Casa di Alice e la struttura Pollicino. Preoccupazione si ha anche per la continuità dei servizi collaterali al servizio educativo ordinario, quali le attività di laboratorio e i Progetti cinema/scuola, teatro e musica . Riduzione da 30 a 24 bambini nella struttura “Aula Verde”, dove si svolgono attività laboratoriali aventi come tema principale la natura e gli animali. Chiusura di sezioni e riduzione di orario delle attività didattiche che consistono anche in una diminuzione del monte orario del personale delle cooperative di supporto al personale pubblico (altro allarme!). Inoltre – continua il sindacato – si segnala che dall’approvazione del Bilancio non sia escluso il rischio della chiusura di altre sezioni di cui non abbiamo ancora conoscenza, nonostante si sia a ridosso dell’inizio dell’anno scolastico. C’è un qualcosa ancora di “non detto”? Come categoria abbiamo già messo in campo diverse azioni e proposte per contrastare il venir meno delle attività didattiche, e continueremo a farlo in maniera decisa e forte, anche il 31 agosto, quando avremo l’audizione con la 2° commissione consigliare competente in materia nel Comune di Terni”.
Per quanto riguarda il “Comune di Perugia: anche qui si è già denunciata una disattenzione della politica di questo Comune nel garantire per questo nuovo anno scolastico ma soprattutto per gli anni futuri il servizio educativo per l’infanzia a gestione pubblica . E’ necessario che si programmino nuove assunzioni di personale anche in vista di prossimi pensionamenti ed è necessaria una seria riorganizzazione, senza ricorrere a fantasiosi ordini di servizio che tendono solo a far ruotare il personale nelle strutture, senza definire un riassetto complessivo”.
“Al Comune di Amelia – dice la Cgil vi sono numerose difficoltà finanziarie anche per tale Comune che pur continuando a gestire il servizio con personale pubblico, “minaccia” da diverso tempo la possibilità di esternalizzare il servizio per le difficoltà annunciate di assumere personale educativo in vista del turn over”.
Per quanto riguarda il Comune di Spoleto “alla riapertura del nuovo anno – dice il sindacato – ci ritroviamo con meno 12 bambini nella struttura pubblica a gestione diretta con personale con contratto degli enti locali e tre educatrici in più per una cattiva gestione delle risorse umane, e con l’esternalizzazione programmata per settembre prossimo di una struttura educativa totalmente pubblica. Visto che c’è del personale preparato e competente chiediamo che vengano riaperte le graduatorie e che l amministrazione comunale torni indietro in questa scellerata scelta che non ha motivazioni ne pedagogiche ne di riassetto strutturale”.
Comune di Marsciano: “Da tempo – spiega la Cgil – in questa struttura chiediamo che venga riconosciuto l art 31 del Ccnl del 2000 che venga valorizzata e rispettata la professionalità delle educatrici e applicato il contratto degli enti locali. Ci sembra paradossale che un Comune non rispetti il contratto di lavoro e che dica che 5 strutture private in gestione diretta costano come una totalmente pubblica. Ci domandiamo in che modo si determina questo risparmio? Solo sulla diversità di ccnl delle lavoratrici o c’è dell’altro? Chi controlla quello che accade nelle strutture private o in convenzione o in gestione diretta gestite dalla coop di turno? Il rapporto educatore bambino imposto dalla legge regionale n. 30 del 22 dicembre 2005, viene rispettato in maniera rigorosa come avviene nelle strutture pubbliche con personale pubblico?”
Comune di Magione, Comune di Bastia Umbra e Comuni di Corciano, Deruta, Bettona: in questi Enti il personale di cooperativa lavora fianco a fianco con il personale pubblico creando situazioni di dumping contrattuale evidenti, persone che fanno lo stesso lavoro hanno stipendi diversi diritti diversi.
Al Comune di Foligno vengono aumentati i posti nido e si prova a migliorare la gestione delle supplenze brevi, “lo si fa . dice la Cgil – con personale con contratto pubblico, e questo dimostra che si può aumentare l’offerta e anche mantenere il contratto degli enti locali”
Il Comune di Citta di Castello di fatto mantiene le strutture degli anni passati con l’intenzione di dare stabilità al personale e quindi di portare a completamento l’orario di lavoro delle educatrici che prima erano a part time all’80% ottimizzando così servizio e offerta formativa. Anche qui un buon esempio di governo .
“Infine – afferma la Cgil Fp – nutriamo forti preoccupazioni per il personale della scuola dell’infanzia Santa croce azienda di servizio alla persona che applica il contratto degli enti locali dove nonostante l’ intervento della Regione e del Comune di Perugia Le lavoratrici saranno costrette ad accettare un patto di solidarietà. Lavoreranno tutte ma a metà orario percependo pero ‘anche a metà dello stipendio! Chiediamo che per questa situazione in particolare si istituisca un tavolo regionale per definire la quantità di risorse che di anno in anno vengono elargite dai vari enti e per fare una programmazione mirata, o meglio ancora chiediamo che la scuola diventi comunale e che faccia parte dell’offerta formativa del comune di Perugia affinché questo patrimonio educativo sia davvero di tutta la città”.
Il grido di allarme della Cgil si traduce in “una richiesta di interlocuzione, di verifica, di assunzione delle criticità, di gestione complessiva. Tutelare i servizi educativi, la loro qualità la loro funzionalità – conclude in sindacato – è obiettivo nostro, ma riteniamo non possa non essere obiettivo di una buona politica”.

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