Dis…corsivo. Autunno a Gubbio

NOSTRADAMUS di Maurizio Terzetti / S’intitola “L’autunno del Medioevo” l’opera con cui lo storico olandese Johan Huizinga, quasi un secolo fa, analizzando la vita culturale del Ducato di Borgogna e della Francia del nord nel corso del Quattrocento, cominciava a dare una grande importanza – nella ricostruzione storica – al modo di pensare di una civiltà rispetto alla storia politica e militare che la connota. E faceva risaltare come, fra il Trecento e il Quattrocento, anziché essere agli albori del Rinascimento, si era di fronte al tramonto del Medioevo: “Si descrive in queste pagine come il nucleo essenziale del pensiero dovette soggiacere a concezioni nuove e prepotenti e come una civiltà ricca e rigogliosa fu condannata all’aridità e all’irrigidimento. Scrivendole, il nostro sguardo era rivolto alla profondità di un cielo serale, un cielo rosso di sangue, pesante di livide oscurità e pieno di una falsa luce di rame”.

Pensiamo mai a tutto questo quando vestiamo i panni medievali del nostro ricchissimo patrimonio di feste e tenzoni? E, a maggior ragione, ci avranno pensato gli organizzatori del “Festival del Medioevo” che si svolge a Gubbio, da oggi a domenica prossima?

Nell’orgia di drappi e tamburini che, non sempre sul filo della coerenza con le fonti storiche, l’Umbria è in grado di allestire in ogni periodo dell’anno, questa festa eugubina, tutta ottobrina, sembra fatta apposta per interpretare, anche stagionalmente, il senso della malinconia che Huizinga aveva così bene colto del periodo storico che, invece, per noi, è solo motivo di grande, sconfinato divertimento: il Medioevo.

I riti, le cerimonie, i giochi cavallereschi, le tenzoni amorose che diciamo “medievali” li ha inventati, di fatto, lo stesso Medioevo nel momento di chiudersi di fronte al cielo serale e autunnale della sua storia.

La tesi di Huizinga, infatti, è che, verso la fine del Medioevo, “il senso della vita ha per sostrato un’acuta melanconia. Gli uomini sono infelici perché sono costretti a vivere in un mondo dominato da oscure passioni e dalla presenza ossessiva della violenza e della morte. Essi cercano di liberarsi da una tale oppressione ricorrendo a una sorta di formalizzazione del reale: i riti, le cerimonie, i giochi cavallereschi, le tenzoni amorose trasformano la vita in un sogno e costituiscono, al tempo stesso, una difesa contro la forza delle passioni. Questa tendenza a costruire forme belle è giudicata dall’autore negativamente ed è vista come un segno di decadenza (alle società che reagiscono in questo modo alle difficoltà sono contrapposte quelle, come la rinascimentale, ma soprattutto l’illuministica, che elaborano progetti per cambiare la realtà)” (L. Lazzerini).

L’Umbria ha già fatto da tempo questo percorso di sovrapposizione all’autunno del Medioevo, da quando, per lo meno, col Calendimaggio di Assisi, ha creato le condizioni per dare forma a una festa primaverile, tutta rami in fiore e giovani in rigogliosa verve amorosa. In più, però, nel momento dell’invenzione intelligente della Festa di maggio, c’era una città, intima e chiusa nei vicoli, dove un canto moderno, malinconico e vellutato, si effondeva di notte alla luce delle torce.

Come sarà, allora, un medioevo d’autunno anziché di primavera? Scorrendo il programma di Gubbio, trovo pesantezza di eventi (come si fa a riproporre “mattoni”, bellissimi, ma mattoni, come “La freccia nera” del 1969, il primo “Francesco” della Cavani (1966) e l’altrettanto longeva “Vita di Dante”, solo perché appartengono alle “Teche Rai?), un mix sovrappensiero di incontri scientifici, l’ennesima Fiera del libro. La cosa più spigliata, se replicherà l’edizione fatta in agosto, di cui ho visto delle immagini, promette di essere il Mercato medievale di Piazza San Giovanni, dove si compera in quattrini ed eugubini. Nulla più. E mi viene di ringraziare Dio per il fatto che Gubbio rimane la più bella città medievale dell’Umbria – lo dico senza reticenze assisiati – anche senza questo Festival e con qualunque tramonto capiterà d’incontrare da stasera al 4 ottobre.

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