Roma, la ‘’grande malata’’ che ora l’opinione pubblica di mezzo mondo ritiene in coma irreversibile. Si facciano avanti gli ‘’ardimentosi’ del dopo-Marino
Ora che Ignazio Marino ha deposto le armi (amministrative e dialettiche) sembra che tutta l’attenzione mediatica nazionale e internazionale sia concentrata sulla ‘’grande bruttezza’’ di Roma’. Inchieste televisive e della carta stampata fanno a gara per ‘’scoprire’’ (si fa per dire…) le fragilità di una capitale dove sembra che tutto, o quasi, funzioni male. Oppure sia caratterizzato da furbastrerie, violazione delle norme più ovvie, criminalità mini o maxi, assalti a ‘’diligenze’’, metaforiche o non. Pochi esempi per rendere l’idea: gli enti pubblici sono covi di raccomandati fannulloni e incapaci; le pratiche, anche banali, si sbrigano presto solo a patto che si paghi ‘’il favore’’ o che si sia amico degli amici; il turista viene massacrato dai prezzi a lui ‘’riservato’’; i mezzi di trasporto sono gabbie (fra l’altro inefficienti) per ammucchiate di gente furiosa, i biglietti li pagano soltanto 4 passeggeri ogni dieci; il debito dell’Atac è più che miliardario; i tassisti abusivi sono molto più numerosi dei regolari, gli amministrativi regionali o comunali ‘puzzano’ di tessera politica e dunque il loro merito prevalente è l’avere in tasca quella tessera, che, naturalmente, a seconda delle amministrazioni che si sono succedute, è di sinistra o di destra. Sotto a chi toccava, insomma. L’importante era imbucare, di volta in volta, decine e decine di impiegati in cerca di stipendio, non affamati di valorizzazione professionale.
E, se si vuole, questo disarmante elenco potrebbe continuare ancora parecchio.
Senza dire, si sa, del dilagare della piccola (chi scrive queste righe è stato colpito personalmente)e grande criminalità, testimoniata, in gigantesca platealità, dal processo (Mafia capitale) che si terrà il prossimo 5 novembre.
Il tutto calato nel cuore della vera ‘’grande bellezza’’, cioè di una città straordinariamente bella che il mondo intero ci invidia.
Ora questo ‘’mucchio di macerie’’ appena rammentate si accinge a cercare il proprio migliore futuro, andando (fra aprile e giugno) del 2016 alla ricerca di un altro sindaco e di una giunta che sappia raddrizzare le gambe ad una macchina burocratica che, stando alle testimonianze di alcun assessori appena usciti, sarebbe gravemente infetta.
Chi sarà l’eroe capace di un’impresa che, a pensarci oggi, sembra terribilmente ardua. Roba, viene da supporre, da ‘’missione impossibile’’.
Ma tentare non è solo un diritto. E’, civicamente, un dovere. Benvenuti, dunque, agli ardimentosi che si proporranno per….mettere mano sulle piaghe della ‘’grande malata’’.
RINGHIO