Fossato di Vico, alla riscoperta del “Dante nascosto”
FOSSATO DI VICO – Dante Alighieri è molto più vicino ai territori della fascia appenninica di quanto sembri. E’ quello che emerge dalla due giorni di “D’Ante Prima”, una manifestazione che ha puntato alla riscoperta del Dante nascosto nei comuni dell’appennino umbro marchigiano. Grazie all’impegno della professoressa Francesca Matteucci hanno fatto squadra dieci comuni e cinque diocesi tra Umbria e Marche.
Dopo gli approfondimenti di sabato 24 ottobre, domenica la giornata si è aperta a Sitria con la Santa Messa officiata dal Priore di Fonte Avellana, padre Gianni Giacomelli. Poi una colazione medievale e il trasferimento a Fossato di Vico, dove un convegno ha approfondito vari aspetti del Sommo Poeta. Ad introdurre è stato il sindaco Monia Ferracchiato, seguita dalla professoressa Matteucci. Interventi tematici sono stati quelli di Padre Monzani, che si è soffermato nel rapporto di Dante con i Papi. Ha chiuso i lavori il professor Angelo Chiaretti, nuovo amico di Fossato di Vico, dove insieme all’amministrazione ha aiutato alla riscoperta di alcuni frammenti manoscritti di un codice dantesco, probabilmente risalente a quelli fiorentini di Francesco da Barberino. Questa sua tesi è stata giustificata dai collegamenti di Fossato di Vico agli orologi, strumento alla cui costruzione si dedicava la stessa famiglia Alighieri. La giornata poi è proseguita a Sigillo per un “pranzo dantesco” e si è conclusa a Costacciaro con un concerto.
Con l’occasione a Fossato è stato anche inaugurato il nuovo allestimento dell’Antiquarium, realizzato grazie ad un contributo ottenuto in un bando regionale che prevede aiuti anche per la gestione delle strutture museali. Nell’Antiquarium, ora gestito dalla cooperativa Sistema Museo, sono stati esposti i preziosi frammenti danteschi. A tagliare il nastro, oltre al sindaco anche il consigliere comunale con delega alla Cultura Lorenzo Polidori e il consigliere regionale Andrea Smacchi, che ha partecipato agli eventi dell’ultima giornata di “D’Ante Prima”.
“L’evento – spiega Smacchi – ha coinvolto dieci comuni e cinque diocesi tra Umbria e Marche, riscoprendo un aspetto spesso sottovalutato della nostra storia. Questa sinergia è stata anche la dimostrazione di come la collaborazione e la rete tra piccole realtà sia la strada giusta per il potenziamento di un patrimonio comune come il nostro passato”.