Missione sanitaria per le vittime della guerra

CITTÀ DI CASTELLO –  Saranno quattordici, tra medici e operatori sanitari, a partire per Nassiriya nella missione, con l’Umbria in prima fila, organizzata per offrire assistenza sanitaria a portatori di ferite dovute ad attentati. La presentazione è stata organizzata a Città di Castello alla presenza dell’assessore regionale alla Sanità Luca Barberini, del presidente della Onlus “Emergenza Sorrisi”, il dottor Fabio Massimo Abenavoli, del sindaco di Umbertide Locchi, del direttore dell’ospedale di Città di Castello Silvio Pasqui e di Giuseppe Legato, direttore della Usl Umbria 1. In sala per la presentazione anche l’assessore regionale Fernanda Cecchini, i consiglieri regionali Andrea Smacchi, Marco Vinicio Guasticchi e Valerio Mancini e il sindaco di Città di Castello, Luciano Bacchetta.

I pazienti che usufruiranno di questa “missione” sono perlopiù bambini affetti da labiopalatoschisi o portatori di ferite dovute alla guerra. Programmati all’incirca un centinaio di interventi di chirurgia ricostruttiva. L’iniziativa è stata resa possibile grazie ad un protocollo d’intesa stipulato nel 2010 tra Regione Umbria, Usl Umbria 1, Comune di Umbertide e la Onlus Emergenza Sorrisi. “Siamo una regione con competenze diffuse – ha detto Barberini – che in questo modo vengono messe a disposizione di chi soffre. Ottima iniziativa resa possibile grazie alla collaborazione triangolare tra Regione, volontariato e enti locali. e

In occasione della presentazione della missione,  Barberini ha potuto visitare l’ospedale di Città di Castello, dopo le sue visite ad altre strutture sanitarie regionali. “Un’eccellenza assoluta”, ha definito l’ospedale il sindaco Bacchetta. Visione confermata dai dati illustrati dal direttore Legato. L’ospedale di Città di Castello infatti riesce ad attirare il 12 per cento degli utenti fuori regione, con una degenza media di 5 giorni. “Buoni dati – ha detto Legato – anche se non possiamo non tener conto del contesto esterno di spending review. Tra Umbertide e Città di Castello sono stati comunque investiti 4 milioni di euro ed è partita la gara per due acceleratori lineari”. Qualche ombra Legato l’ha segnalata sul personale. La dotazione organica è coperta al 95 per cento, con un’assenza media però del 22. Di 7 milioni di ore lavorabili a Castello ne vengono rese 5 milioni. Dal direttore regionale della Sanità, Emilio Duca, numeri e rassicurazioni in merito al presidio tifernate, soprattutto in relazione al nuovo Piano sanitario regionale. “Non è in discussione l’ospedale – ha detto – ma dobbiamo diversificare l’offerta regionale, superando i campanilismi, potenziando le strutture che affrontano la post acuzie”. Tra le priorità del Piano sanitario una maggiore integrazione della medicina generale sul territorio e investimenti in tecnologia per telemedicina e teleassistenza.

L’agenda del Piano sanitario è stata illustrata dall’assessore Barberini, che è partito dall’incertezza delle risorse: “Parliamo del 2016 in un momento – ha detto – in cui non sappiamo ancora quante risorse avremo per il 2015”. Le certezze sulla sanità umbra però ci sono, a partire dal fatto che l’Umbria è l’unica Regione ad aver inviato già l’Atto sugli indirizzi economici gestionale del 2016 e non è soggetta ad alcun piano di rientro. Il 2014 si è poi chiuso con un avanzo gestionale positivo di 11 milioni. “Il momento di difficoltà è comunque palese per colpa dell’incertezza delle risorse e dell’aumento dei bisogni. La soluzione si trova rimettendo al centro il cittadino e le sue esigenze. Va riorganizzata la rete dando una mission chiara a tutti gli ospedali. Va aperto un ragionamento serio sul post acuzie, a partire dalle case della salute, i distretti e i consultori”. Nessun rischio comunque per l’Alto Tevere: nel piano avrà un ruolo strategico e lo testimoniano gli investimenti e le autorizzazioni alla copertura di strutture complesse”. La giornata dell’assessore è proseguita con un tour in tutti i reparti della struttura, accompagnato dai consiglieri regionali Smacchi e Mancini.

 

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