Andrea Cruciani, imprenditore che punta sulla tecnologia
COLLAZZONE – L’Umbria cuore verde d’Italia, ma anche cuore tecnologico del Bel Paese. Sono sempre di più le giovani aziende tecnologiche, che puntano tutto sull’innovazione, nel processo produttivo oppure proprio nei software, da esportare e applicare ad interi settori.
E’ il caso di TeamDev, un’azienda che lavora da sempre nel campo dell’innovazione tecnologica e delle scienze geografiche, realizzando prodotti e soluzioni personalizzate, ed offrendo servizi di consulenza, assistenza e formazione per imprese, PA e organizzazioni. La TeamDev è anche l’azienda che ha realizzato per la Regione il software per combattere la cosiddetta mosca olearia. Andrea Cruciani è il team manager dell’azienda.
Siete un’azienda che produce software e che punta a introdurre nei processi del pubblico e del privato innovazione tecnologica. Come e quando è nata questa azienda?
TeamDev nasce nel 2008 dalla collaborazione di due professionisti, Andrea Cruciani e Paolo Possanzini, sviluppatori con esperienza decennale in ambito .NET e GIS. Ad essi si sono poi aggiunti nel 2011 i nuovi soci Antonio Natale e Marco Porcari grazie ai quali l’assetto aziendale ha assunto una fisionomia più completa.
Quali sono i vostri principali progetti e clienti? Principalmente in Italia o all’estero?
Ci stiamo espandendo a macchia d’olio in tutta Europa e parallelamente in Nord America. I progetti attualmente in produzione o sviluppo riguardano l’agricoltura di precisione, Smart City e Smart Land (sistemi per la gestione integrata del territorio), sistemi di supporto ai temi ambientali in gestione alle Pubbliche Amministrazioni e il settore delle ONG e organizzazioni internazionali.
Lavorate con il pubblico e con il privato, qual è la differenza di impostazione e di richieste tra queste tipologie di clienti?
Come noto il pubblico ha tempi di elaborazione molto più lenti rispetto al privato ma stiamo notando come anche questo clichè stia decadendo. Dal punto di vista delle richieste il concetto è diverso: il pubblico ci chiede di risolvere problemi legati al miglioramento delle condizioni lavorative o sociali delle comunità, il privato ci chiede come aumentare il profitto.
Com’è la situazione del settore pubblico a livello di innovazione e informatizzazione?
Non c’è una spiccata propensione all’innovazione ma anche qui non si può generalizzare. Diciamo che il livello è ancora abbastanza basso e che però, qualcosa si sta muovendo, lentamente ma si sta muovendo.
Cosa si potrebbe fare in più?
Formare formare formare, in Italia non esiste una vera e propria formazione digital per le pubbliche amministrazioni e se esiste è scarna. I nuovi manager del futuro, e del presente, devono assolutamente essere in grado di rapportarsi con le nuove tecnologie e le nuove dinamiche del lavoro.
Un giudizio sulla tecnologizzazione delle aziende in Italia.
Se prendiamo come esempio l’ambito agricolo in Italia ma anche nel resto d’Europa, siamo nettamente indietro rispetto al Nord America. L’adozione della tecnologia informatica in agricoltura in Italia si attesta intorno al 7-8% e in Europa ci sono alcune “punte di diamante” ma non si va oltre il 20%. In Nord America parliamo dell’80%. È chiaro come le dimensioni aziendali incidano sulla possibilità di usare queste tecnologie.
Ci sono dei fronti di applicazione in cui la vostra attività potrebbe essere utilizzata di più?
Sicuramente l’agricoltura e ci siamo adoperando, oltre che a creare nuove tecnologie, a fornire formazione agli operatori a vari livelli per far comprendere i risparmi ed i vantaggi correlati al precision farming. Altra tecnologia che spesso non viene compresa a fondo, soprattutto dal privato, è il GIS (ovvero i Sistemi Informativi Geografici): solo pochi lo usano per scopi di marketing o comunque statistici ma potrebbe essere applicato alla maggior parte dei processi introducendo importanti strumenti di analisi e di razionalizzazione.
Come azienda aderite al progetto “Economia di comunione”, di che si tratta?
L’Economia di Comunione è un progetto volto a promuovere una cultura economica alternativa rispetto a quella dominante nel sistema capitalistico, basato sulla comunione, sulla gratuità e reciprocità applicate all’ambito imprenditoriale, che a lato pratico si può tradurre e riassumere in attenzione e rispetto delle regole e della legalità, e delle persone.
Siete l’azienda che ha realizzato per la Regione Umbria il software per combattere la mosca olearia. Di che si tratta?
Gli applicativi adottati dalla Regione Umbria fanno parte di un ecosistema, di una suite, dedicata all’agricoltura di precisione, denominata “Agricolus”. La suite offre un supporto a diversi livelli per gli operatori del settore, siano essi gli agricoltori, gli agronomi, o i consorzi di settore. Tra le funzioni del software, la struttura portante è costituita da una piattaforma dove è possibile per gli utenti accedere alla consultazione dei bollettini fitosanitari geo-referenziati rilasciati dalla Regione che contengono le indicazioni per poter regolare i loro interventi sulle colture, come per esempio nel caso di attacco della mosca olearia. I bollettini sono redatti sulla base dei dati rilevati da altri applicativi della suite preposti al monitoraggio delle possibili minacce, come “Oliwes” che monitora, valuta e verifica il grado di infestazione delle piante all’interno di un luogo di campionamento. La suite è completata da altri applicativi che facilitano la gestione del lavoro nei campi e delle scorte del magazzino fitosanitario ottimizzando le operazioni sugli appezzamenti agricoli e facilitando la rendicontazione a norma di legge secondo le direttive europee.
In poche parole, i nostri sistemi hanno la capacità di analizzare, monitorare e sostenere le colture, in questo caso l’olivo, durante tutto il loro ciclo vitale e non solo. Con i nostri strumenti siamo i grado di gestire il problema della mosca olearia in modo efficiente e puntuale.
Quali sono i prossimi innovativi progetti in cantiere, che si possono svelare?
Attualmente stiamo lavorando ad un prodotto nell’ambito della smart city, “Wise Town” (dove W.I.S.E. sta per Web Information Stream Enhancer), che si basa sulla filosofia Open Data, dati quindi rilasciati dalle Amministrazioni Pubbliche. “WiseTown” è un prodotto multipiattaforma che mira a raccogliere e catalogare le informazioni riguardanti la città utilizzando i social networks (Twitter, Facebook, …), composto da una app mobile specifica ed un portale. Opera in questi contesti: decoro urbano, gestione rifiuti, mobilità pubblica e privata, monitoraggio ambientale, sicurezza pubblica, spazi verdi urbani. Permette al cittadino e agli altri attori di effettuare delle segnalazioni geolocalizzate che vengono mandate direttamente all’organo di competenza, che le prende in carico e le gestisce per risolverle nel minor tempo possibile. La prossima sfida invece ci porterà a confrontarci con un nuovo settore, quello detto delle “stampanti 3D”. Ma di questo possiamo raccontare ancora poco.
Un giudizio sull’attività delle istituzioni sul fronte della promozione dell’innovazione tecnologica nei processi delle aziende. Fanno abbastanza?
Possiamo dire di avere avuto la fortuna di incontrare interlocutori molto propositivi nel nostro percorso che hanno creduto in noi e che hanno condiviso poi con noi la gioia di prodotti ben fatti e a servizio del cittadino. Altre volte è stato invece difficile spiegare il valore o comunque convincere l’interlocutore a provare qualcosa di nuovo: ci vorrebbe un po’ più di intraprendenza e di propensione all’innovazione sia da parte delle istituzioni che dei privati….siamo comunque sulla strada giusta.