Salvabanche, pronti gli emendamenti per salvare i risparmiatori
GUBBIO – Qualcosa si muove sul fronte parlamentare per salvare le migliaia di risparmiatori rimasti senza soldi dopo il varo del decreto Salvabanche. I parlamentari umbri hanno messo la firma su due proposte che vedono come primo firmatario Michele Pelillo. Emendamenti al decreto che chiedono, in accordo col governo, da un lato di creare un fondo di solidarietà di 120 milioni (80 a carico del sistema bancario e 40 di risorse pubbliche) per ammortizzare le perdite dei piccoli obbligazionisti finiti in condizioni di indigenza. L’altra proposta di modifica al decreto stabilisce che le plusvalenze derivanti dalla bad bank possano essere ridestinate agli azionisti. Sul tavolo anche l’emendamento del sottosegretario Enrico Zanetti, che ha proposto il recupero del 26 per cento delle perdite in dichiarazione dei redditi. Ha parlato del caso anche il presidente della Consob, Giuseppe Vegas, secondo il quale “i risparmiatori erano informati” sui rischi che si corrono a proposito delle obbligazioni subordinate. C’è anche l’interrogazione dell’onorevole Adriana Galgano, depositata insieme ai colleghi Giulio Sottanelli, Valentina Vezzali, Bruno Molea e Angelo D’Agostino. “Chiediamo al governo – dice la Galgano – di avviare un’indagine per verificare la trasparenza e la corretta informazione sul profilo di rischio di azioni e obbligazioni subordinate che le quattro banche oggetto del decreto legge hanno fornito ai sottoscrittori e prendere gli opportuni provvedimenti qualora ciò non si fosse verificato”.
In Regione si registra la richiesta di audizione di audizione in commissione di Banca d’Italia, Abi, associazioni di risparmiatori e consumatori da parte dei consiglieri regionali della Lega Nord Valerio Mancini ed Emanuele Fiorini. C’è poi l’intervento del consigliere regionale Andrea Smacchi (Pd). “La Regione – dice Smacchi – sta esercitando il suo ruolo di controllo e sensibilizzazione sugli organi competenti, per far sì che si possano perlomeno attenuare gli effetti di questo deleterio decreto sulla nostra regione. D’altro canto però è utile ribadire che quanto accaduto è la conseguenza dello sradicamento degli istituti di credito dal territorio. Le grandi banche acquistano le piccole banche e così viene meno il rapporto diretto con il risparmiatore, portando anche alla vendita di strumenti finanziari senza l’adeguata informazione. È venuto meno purtroppo quel concetto di ‘finanza etica’ che invece dovrebbe muovere gli istituti bancari. Sarà anche opportuno che venga rivisto il sistema di controllo sulle banche – conclude Smacchi – per evitare che i costi dei salvataggi si scarichino sui risparmiatori. Finché non ci sarà una modalità efficace di sorveglianza e finché non si eviteranno conflitti di interesse tra controllori e controllati situazioni come quelle di Banca Etruria potranno verificarsi ancora, colpendo altri risparmiatori”.