Il momento è così complesso che si diffondono due terribili equazioni: immigrazione uguale terrorismo e paura uguale limiti delle libertà personali e collettive.
Immigrazione, attentati, paura, stragi, oltranzismi e imprecazioni razziste,auspici di una quotidianità più civile e protetta: ne succedono così tante- in Italia e nel mondo- che poi balzano in evidenza allarmanti contrapposizioni.
Non solo per la terminologia che scivola di bocca in bocca spinta dagli umori della pubblica opinione, ma anche per i convincimenti più istintivi che serpeggiano in mezzo alla gente.
Due esempi per rendere più esplicita la riflessione: sono tanti- senza dubbio troppi- i ‘benpensanti’’ che snocciolano un’equazione per parecchi versi pericolosa: sostengono, infatti, che immigrazione poco controllata significa anche terrorismo. E citano, a questo proposito, anche i terribili esempi di Parigi (Bataclan eccetera..) del Belgio che, secondo le indagini più avanzate, hanno visto clandestini in azione a mano armata. E Dio sa quanto quelle mani fossero armate. Insomma, al di là di tragici episodi registrati qua e là per il mondo, (anche l’attentatore di Istanbul era un clandestino), resta il fatto che- per riscontri e ammissioni ufficiali- alcuni terroristi potenziali siano arrivati in Europa mischiati nel flusso scomposto degli immigrati in fuga.
E queste realtà dichiarate agevolano- si comprende- la sbrigativa equazione che vede l’immigrazione assimilata ad allarmanti percentuali di terrorismo-
Conseguenza di allarmi così spalmati nella testa dei cittadini (italiani e non) è un’altra equazione che sta prendendo. Questa: ‘‘Per di difendersi da rischi che possono sbucare fuori da troppe parti bisogna arrivare alla conclusione che è opportuno rinunciare ad una parte (più o meno piccola) delle nostre libertà, individuali e collettive. Sorveglianze, strasorveglianze, intercettazioni, blocchi e misure eccezionali nei luoghi a reale o presunto affollamento. Ormai anche in Italia (come in Francia da parecchie settimane) vengono ispezionate borse e cappotti anche agli ingressi dei ‘’grandi magazzini’’-
Tutte soluzioni- sacrosante- che impongono prezzi e rinunce. Per rendere più plastica l’idea della paura dominante sarebbe sufficiente- lo abbiamo già rilevato lo scorso mese- dare uno sguardo non distratto a Roma dopi più di un mese di Giubileo: si parla di flop perché in effetti c’è quasi la desertificazione. Alberghi semivuoti, ristoranti in grave crisi, controlli cos’ minuziosi che scoraggiano chi avrebbe voglia di accostarsi, in tanti modi, al ‘’grande evento’’ voluto da Papa Francesco.
Che dire, in sintesi? E’ un momentaccio mondiale. Per ora tiene la scena chi ha deciso che si puà affermare spargendo terrore-
RINGHIO