Città di Castello, tifernati più disciplinati alla guida ma distratti: ecco il bilancio della Polizia Municipale
CITTA’ DI CASTELLO – Più disciplinati alla guida, ma più distratti tanto da lasciare in giro anche smartphone e oggetti personali. È quello che emerge dal bilancio dei vigili urbani del Comune di Città di Castello. Sono circa seimila le violazioni riscontrate al codice della strada (in netta di diminuzione rispetto agli anni precedenti), 139 incidenti stradali rilevati e gestiti (con due decessi), 120 violazioni di carattere ambientale, prevalentemente relative a rifiuti e raccolta differenziata. “Giro di vite” sui permessi per parcheggi riservati, con tanto di evidente e colorata segnaletica, ai portatori di handicap. 35 pass sono stati ritirati per uso indebito a possessori che non ne avevano diritto, di cui 10 con denuncia all’autorità giudiziaria. Oltre 2500 accertamenti di residenza di cui 250 per controllo su benefici pensionistici (invalidità) o socio-sanitari.
Attivita’ importanti per un corpo che, da oltre un anno, è dislocata su due sedi diverse, in via XI settembre nel quartiere San Giacomo e presso il Loggiato Gildoni in pieno centro storico. Oltre alle numerose funzioni di carattere informativo ed amministrativo (rilascio permessi, controlli su strutture residenziali, ricettive e commerciali, ecc..) gli agenti della Polizia Municipale (19, complessivamente in servizio), coordinati dalla comandante, Luisella Alberti e dal vice-comandante, Graziano Fiorucci, hanno gestito con ottimi risultati l’attività, sempre crescente, della sezione relativa agli oggetti smarriti o rinvenuti, che, nel corso del 2015 ha registrato un curioso incremento di telefoni cellulari, anche di ultima generazione, ben tredici (uno al mese in pratica) piu’ un “tablet” perfettamente funzionante, accanto alle tradizionali biciclette, mazzi di chiavi (due scatoloni colmi), monili vari, borse e zainetti.
Quella del ritrovamento di “smartphone” e altri prodigi della telefonia è una vera novità, almeno in queste proporzioni numeriche, che forse testimonia il momento “hi-tech” che stiamo vivendo in perfetta simbiosi con la tecnologia. Codice civile alla mano e legislazione vigente in corso, tutti gli oggetti smarriti o ritrovati e consegnati da eventuali “ritrovatori” al Corpo di Polizia Municipale, restano in custodia sotto scorta fino al termine di un anno un mese ed un giorno dalla data del ritrovamento e consegna agli agenti dell’ufficio apposito. Trascorso quel periodo, se il legittimo proprietario non si è nel frattempo presentato, chi ha ritrovato l’oggetto, esibendo documenti e apposita ricevuta ne consegue la proprietà definitiva. “Qualche cittadino si meraviglia talvolta quando viene a conoscenza che svolgiamo anche questa importante funzione e spesso riusciamo a riconsegnare oggetti di diversa natura ai proprietari che li avevano smarriti – ha precisato la comandante, Luisella Alberti, che a tale proposito cita un caso alquanto curioso ed emblematico di onestà e senso civico: “un professionista tifernate qualche giorno fa aveva dimenticato in un luogo pubblico il proprio “zainetto” contenente documenti di identità, strumenti di lavoro e denaro in contante per quasi duemila euro. E’ stato ritrovato da un cittadino che ce l’ha riconsegnato e dopo qualche giorno siamo riusciti a restituirlo al legittimo proprietario che non ha esitato a ricompensarlo al di là degli obblighi di legge”. “
Quello appena trascorso è stato un anno di attività e di lavoro intenso su diversi fronti, dalla sicurezza, al presidio del territorio, al turismo fino al rispetto ambientale e alla verifica dei requisiti per ottenere i benefici di legge per i permessi per portatori di handicap e benefici pensionistici (invalidità) o socio-sanitari”, ha dichiarato l’assessore, Luca Secondi, con delega all’ambiente, polizia municipale e ai trasporti, che sottolinea anche il ruolo fondamentale e a diretto contatto con i cittadini e i turisti che gli agenti della “municipale” hanno svolto, con positivi riscontri, nella nuova sede ubicata nel Loggiato Gildoni in pieno centro storico. “Il livello di pressione sanzionatoria pro-capite del comune di Città di Castello – ha concluso Secondi – è tra i più bassi fra i comuni italiani, a dimostrazione che l’attività della polizia municipale e quindi dell’amministrazione comunale è tutto fuorché proiettata ad una azione che possa risultare vessatoria”.