Sanità, nomine nuovi direttori, i sindacati invocano il cambiamento: fare presto e scelte volte a modificare “progetti, modelli gestionali e prospettive di lavoro”
Fare presto e bene e soprattutto assumere “orientamenti e scelte indirizzate al cambiamento di progetti, modelli gestionali e prospettive di lavoro”. Ecco quanto chiedono Cgil, Cisl e Uil dell’Umbria rispetto alla fase di stallo che da alcuni mesi caratterizza lo scenario della sanità umbra. Il riferimento riguarda, in particolare, la questione della nomina dei direttori generali, su cui la Giunta regionale sembra non trovare la quadra con da una parte la presidente Catiuscia Marini che sarebbe intenzionata a seguire la politica della riconferma e dall’altra l’assessore alla Sanità, Luca Barberini, che invece spingerebbe per innovazione e cambiamento.
I segretari regionali umbri di Cgil Fp, Vanda Scarpelli, Cisl Fp, Ubaldo Pascolini, e Uil Fpl, Marco Cotone, ritengono che sia “assolutamente necessario procedere in tempi brevi alla stabilizzazione delle aziende sanitarie con la nomina dei nuovi direttori generali, al fine di determinare le condizioni necessarie alla ripresa normale delle attività gestionali. Auspichiamo che il superamento di questa fase – affermano – possa consentire di attivare celermente il confronto sul nuovo Piano sanitario regionale per promuovere le necessarie scelte di programmazione sanitaria funzionali al miglioramento quantitativo e qualitativo dei servizi erogati nel necessario rispetto dell’equilibrio di bilancio”. “L’urgenza di procedere in questo senso – spiegano Scarpelli, Pascolini e Cotone – deriva dalla constatazione che il sistema sanitario regionale, pur attestandosi ancora in buona posizione nel panorama nazionale, viene superato da regioni che fino a poco tempo fa erano fanalino di coda e che oggi, grazie a scelte e riforme coraggiose, si posizionano ai vertici”.
“Viste le caratteristiche e le dimensioni della nostra regione – concludono Cgil Fp, Cisl Fp e Uil Fpl – l’Umbria deve anticipare i tempi delle scelte di programmazione per poter continuare a competere con sistemi regionali più forti e per garantire servizi di eccellenza, così come è stato nel tempo, e introdurre quei significativi elementi di innovazione necessari al raggiungimento di tali obiettivi. È perciò necessario che vengano assunti orientamenti e scelte conseguenti indirizzati al cambiamento di progetti, modelli gestionali e prospettive di lavoro”.