Terni, appalti in cambio di favori all’Ast: il pm chiede 7 rinvii a giudizio
TERNI – Il pubblico ministero Elisabetta Massini ha chiesto il rinvio a giudizio per sette degli undici indagati nell’ambito dell’inchiesta sui favori in cambio di appalti all’Ast. Inchiesta denominata “Do ut Des” e condotta dal corpo forestale dello stato. Il caso era esploso un anno e mezzo fa in seguito alla denuncia dell’imprenditore Cristian Spina, titolare di una ditta esclusa dall’appalto di manutenzione termoidraulica di tutte le centrali termiche del sito, vinto nel 2011. Lo stesso aveva evidenziato la necessità di provvedere all’adeguamento degli impianti, a suo dire non a norma. La sua ditta ora figura come parte lesa insieme all’Ast.
Il pubblico ministero ha chiesto lo stralcio delle posizioni di Marco Freddo, Walter Maffeo e Ambra Bobbi e la loro archiviazione. Per gli altri sette indagati invece ha chiesto il processo ma ha alleggerito le contestazioni. Sparisce il reato di associazione a delinquere finalizzata all’estorsione. Le richieste di rinvio a giudizio su cui il prossimo 21 settembre dovrà pronunciarsi il gup, sono state formulate nei confronti di Francesco Mancini, Corrado Vicentini, Fabio Paciotti, Arturo Ferrucci, Eros Ceccarelli e Alessandro Segala. Violenza privata, appropriazione indebita o truffa e ricettazione le accuse che vengono contestate a vario titolo ai primi sei, mentre Segala deve rispondere solo di una violazione delle norme sulla sicurezza nei luoghi di lavoro.
Secondo gli inquirenti alcuni degli indagati avevano preteso favori personali o per conoscenti e amici, come l’effettuazione di lavori di manutenzione e ristrutturazione di abitazioni da parte di operai della ditta che aveva ricevuto appalti dall’Ast, senza pagare. Gli indagati hanno sempre sostenuto la loro estraneità ai fatti.