Regione, via libera alla manovra: invarianza fiscale, investimenti e welfare
PERUGIA – Termina il secondo tempo della partita del Bilancio a Palazzo Cesaroni. Dopo il “consiglio maratona” di martedì, la mattinata di oggi è andata liscia, tranne qualche leggero aumento della pressione, ma senza grosse problematiche. Il voto è arrivato dopo le 12, 13 i voti favorevoli della maggioranza, otto quelli dell’opposizione per il “Bilancio di previsione della Regione Umbria 2016-2018′ e le ‘Disposizioni collegate alla manovra di bilancio 2016 – Modifiche e integrazioni di leggi regionali (Collegato2016)’.
Nello specifico, i documenti votati presentano una Regione con una sostanziale solidità finanziaria, frutto di scelte capaci di mantenere l’equilibrio dei conti, senza agire sulla leva fiscale. Sono state cancellate tutte le tasse di concessione, ad eccezione di caccia, pesca e raccolta tartufi; non è stata applicata l’imposta regionale sulle emissione sonora degli aerei; non è aumentata la tassa automobilistica, l’addizionale regionale sul gas metano è al minimo, l’Irap è stata ridotta in maniera selettiva. Le linee di indirizzo prevedono l’invarianza fiscale, c’è una ulteriore razionalizzazione delle spese di funzionamento dell’ente, pur tenendo conto quest’anno dell’impatto della riforma delle province; prosegue il percorso di miglioramento dell’efficienza dei processi di accertamento e riscossione delle entrate, con particolare riferimento alla tassa automobilistica; si confermano il cofinanziamento della nuova programmazione comunitaria, il ricorso al mercato per specifici investimenti settoriali e l’equilibrio in sanità.
Nella manovra c’è la conferma di agevolazioni ed esenzioni con la soppressione dell’imposta regionale sulla benzina di 2,5 centesimi il litro per finanziare la ricostruzione del sisma di Marsciano; mantenuta la riduzione del 50 per cento dell’Irap per le cooperative sociali di tipo A e l’esenzione totale per quelle di tipo B; riduzione del 10 per cento della tassa auto per i vicoli storici. I 10milioni di investimenti, con ricorso al mercato, serviranno per 2,1milioni all’acquisto e manutenzione dei beni immobili, in particolare per quelli per il diritto alla studio di Perugia, 3 milioni per le infrastrutture per la mobilità e trasporto; 2,2 milioni per la forestazione e l’economia montana; 500mila euro per l’impiantistica sportiva, 500mila per il sistema museale; 1,7 milioni per il cofinanziamento del programma di investimenti.
Centrale, nelle scelte di bilancio, il cofinanziamento della programmazione comunitaria, visto che le risorse per l’intera programmazione 2014/2020 sono di 1,471 miliardi di euro di cui 239 milioni a carico della Regione. L’impatto del bilancio regionale determinato dalla riforma delle Province che ha un costo totale solo per il personale di 8,9 milioni di euro, di cui 7,4 a carico del bilancio della Regione, a cui vanno sommate le spese di natura indiretta per circa un milione e mezzo di euro. Senza considerare il personale arrivato dalle Province, la spesa per il personale della Regione è di 58,2 milioni di euro nel 2016, in costante diminuzione negli ultimi anni.
Nel voto sono stati approvati due ordini del giorno: il primo all’unanimità ed è stato presentato dal centrodestra per chiedere di “costituire un tavolo tecnico tra la Regione, l’Anci e il Cal per arrivare alla definizione in modo strutturale e pluriennale delle somme destinate al trasporto su gomma e quelle destinate al trasporto alternativo (sistemi a fune su scala fissa, scale mobili, ascensori e tappeti mobili)”. Il secondo, approvato con 20 voti favorevoli e un astenuto (Cecchini-Pd), è stato presentato dai consiglieri della Lega Nord e chiede di “adoperarsi affinché l’importo pari al 15 per cento dello stanziamento previsto in legge di stabilità regionale 2016-2018 per le attività sportive e tempo libero, venga destinato in favore di iniziative volte a permettere la pratica di attività sportive e persone affette da disabilità”. Nel Collegato sono passati tre emendamenti presentati da Brega, Barberini, Smacchi e Guasticchi. Il primo è un atto tecnico sul trasferimento di beni mobili e immobili nella riforma delle province. Il secondo chiede che sull’Organismo strumentale per gli interventi europei ci siano anche la verifica e il controllo da parte dell’Assemblea legislativa. Il terzo prevede che il limite massimo per le anticipazioni di cassa previste per le agenzie, enti ed organismi strumentali della Regione sia portato dal 25 al “10 per cento dell’ammontare complessivo delle entrate correnti dell’esercizio derivanti dai trasferimenti a qualunque titolo dovuti alla Regione”.
Ha tenuto banco l’emendamento grillino, secondo cui l’indennità di base dei consiglieri regionali andrebbe equiparata a quella della Regione più virtuosa, quindi determinata in 5mila euro. Tema che ha suscitato un coro di astensioni, motivate con il lavoro già svolto dall’Umbria, spesso menzionata come Regione virtuosa nella definizione dei costi. Andrà in commissione l’emendamento che invece chiedeva che “decada dal diritto di percepire l’assegno vitalizio il consigliere che sia stato condannato in via definitiva per la commissione di reati contro la Pubblica amministrazione” e che “nel caso in cui la condanna in via definitiva subentri durante la percezione dell’assegno vitalizio, a seguito del raggiungimento dei requisiti, il consigliere condannato decade dal giorno di pubblicazione della sentenza di condanna”.