CITTÀ DELLA PIEVE – Avrebbe dovuto pagare trecentotrentotto euro di tassa. Una cartella pazza contenente il bollettino della Tari (Tassa Rifiuti) è arrivata dall’ufficio tributi del comune di Città della Pieve a un Po’ Bandino, frazione del comune pievese. Fino a qui è tutto normale. La gravità commessa dal comune è che il destinatario della cartella era un bambino di 8 anni. La bolletta era arrivata come detto nell’abitazione della frazione pievese dove il bambino ha vissuto con la madre fino a tre anni fa. L’avviso di pagamento conteneva tutti i dati anagrafici del piccolo, anche l’anno di nascita, il 2008. Qualcosa di anomalo di sicuro? Come si fa ad inviare una tassa a un bambino? Possibile che nessuno abbia verificato prima di inviarla? E’ scattata subito la polemica.
Stamani La Nazione ha riportato un articolo con l’intervista fatta alla mamma del piccolo che ha detto: «Sono sconvolta e non mi sembra vero, è una cosa assurda – insiste la donna – non solo perché la cartella è intestata a mio figlio che ha compiuto otto anni da pochi giorni, ma anche perché si riferisce ad un’utenza che non è di nostra proprietà. Avevamo un contratto di affitto – sottolinea la donna – e tutte le bollette erano intestate al proprietario dell’immobile. Poi nel 2013 ci siamo trasferiti in un’altra casa, sempre nella stessa località, dove viviamo ancora oggi e dove paghiamo regolarmente le tasse, comprese quelle sui rifiuti». Un errore grossolano piuttosto grave, visto che nella cartella arrivata è indicata chiaramente l’età del bambino. La donna adesso vuole vederci chiaro e si è messa in moto – sempre secondo quanto scrive la Nazione – per ottenere l’annullamento della cartella.
In una nota però sono arrivate le scuse del Comune: «Il Comune di Città della Pieve ha mantenuto invariata la spesa generale della Tari rispetto al 2015, il tutto senza modifiche nell’erogazione dei servizi. Tale scelta di natura politica ed amministrativa è stata fatta proprio al fine di non gravare sulle tasche dei cittadini con una pressione fiscale superiore rispetto all’anno precedente. Il “caso” (mai verificatosi in precedenza) riferito da una cittadina alla stampa era perfettamente a conoscenza di questa Amministrazione. Alla prima segnalazione è stato immediatamente risposto che non avrebbe dovuto tener conto della “cartella pazza” e che gli uffici avrebbero immediatamente provveduto alla verifica con il gestore del programma informatico dell’anomalia che ha prodotto l’emissione della bolletta. Abbiamo quindi appreso che il bambino di 8 anni erroneamente indicato come intestatario presenta 3 casi di omonimia e che l’errore del sistema è probabilmente attribuibile a questo fatto (evidentemente il programma ha pescato un codice fiscale errato riferito ad omonimo). Con la cittadina ci siamo giustamente scusati già in quell’occasione e ribadiamo che la cartella è già stata annullata contestualmente alla segnalazione e l’unica cortesia richiesta alla contribuente è stata che ci facesse riavere il documento errato per conservarlo agli atti. Cogliamo anche l’occasione per informare tutti i cittadini che le eventuali variazioni che dovessero ravvisare rispetto alle bollette dell’anno precedente dipenderanno esclusivamente da compensazioni in rapporto agli sgravi di premialità (come da regolamento vigente) e dalla eventuale variazione rispetto ai parametri di metrature e numero di componenti il nucleo familiare. Si rappresenta che gli uffici preposti restano sempre a disposizione degli utenti per ogni eventuale chiarimento».