I volti freschi e femminili dell’Italia che sta cambiando. Un’Italia che non riesce a mandare alle urne più del 50% degli aventi diritto al voto.
Facce nuove e femminili in alcune grandi città d’Italia. Perfino a Bologna, dove la concorrente donna (la Borgonzoni), pur non avendo vinto, ha riportato un esito assai significativo. Volti più freschi e un modo diverso di comunicare, molto diverso anche rispetto al grillismo che nel 2013 strabiliò con le sortite aggressive del comico sceso (o salito?) in politica. Le due sindache di Roma e Torino hanno sfoggiato un vocabolario innovativo, manifestando rispetto anche per gli avversari sconfitti che poi rappresentano la parte di popolo non vincente, ma gareggiante. Hanno evitato di rivolgere strali insolenti a chi ha partecipato soccombendo. Insomma no al ‘’guai ai vinti’’ così diffuso nel più recente commentario di una certa politica italiana. La Raggi e la Appendino si sono affrettate a chiedere di ‘’lavorare assieme nell’interesse comune dei cittadini’’. Hanno perfino aggiunto ‘’cari avversari, fateci buone proposte e noi le valuteremo con la giusta attenzione. N0n faremo come la maggioranza vigente in Parlamento che cestina i nostri progetti semplicemente perché sono nostri’’. Certo gli accenti polemici dei ‘’Cinque stelle’’ si sono diretti soprattutto verso il Pd che, qua e là per l’Italia, ha registrato pesanti cadute. Non è privo di significato il sofferto e immediato proclama di Chiamparino, presidente Pd del Piemonte,che ha sibilato ‘’La nostra situazione è molto seria. Analizziamo…cerchiamo di capire…cerchiamo le misure più opportune’’.
Un altro (ulteriore …) segnale è venuto dalle elezioni amministrative: quasi il 50% degli elettori non è andato a votare. A Napoli addirittura ha disertato le urne il 65% dei cittadini. Cioè i due terzi della città hanno preferito non partecipare alla partita. E Milano, in quest’ottica , non ha brillato: mezzo milione di meneghini sono stati a casa o hanno scelto monti, laghi o mari.
L’indicazione ai partiti politici e ai futuri candidati è molto netta: devono recuperare l’attenzione della metà degli italiani. Altrimenti saranno costretti a farsi comandare dai rappresentanti del 20-25% degli aventi diritto al voto.
RINGHIO