Commercianti Assisi , ” non ci resta che pregare “. Così solo con terremoto 1997.
” Sono 34 anni che sono qui dalla mattina alla sera e un momento così brutto ad Assisi l’abbiamo vissuto, forse , soltanto per il terremoto del 1997. Non ci resta che pregare “, a parlare con l’Ansa è Paola Salucci, titolare della bancarella-bottega di souvenir che si affaccia verso la Basilica Superiore di San Francesco. Vende un pò tutto , dai rosari ai foulard , ma il più richiesto resta il tau , il simbolo francescano, racconta mentre sta seduta accanto al negozio, con lo sguardo rivolto all’orizzonte, in attesa di turisti che per diverso tempo non arriveranno. Da oggi , infatti, l’Umbria è inserita tra le regioni in fascia arancione nella lotta all’emergenza Covid e questo vuol dire , tra le altre cose, che non ci si può muovere nemmeno tra i comuni se non per comprovate esigenze lavorative, di salute o altre emergenze. Assisi è praticamente deserta già da alcuni giorni , così come altre cittadine turistiche umbre. Paola ribadisce tutta la sua fede. ” Prego tutte le mattine – ricorda – insieme ai frati , a padre Enzo Fortunato e molte volte anche assieme al custode del Sacro Convento, Padre Mauro Gambetti “. Tra l’altro Assisi è la terza città dell’Umbria con il più alto dato di pazienti positivi: attualmente ce ne sono 501. Solo Perugia e Terni registrano un numero maggiore.