Sanità proteste a Perugia e Assisi, no alla retromarcia sulla casa della salute a Monteluce . Comitato a difesa dell’Ospedale di Assisi
Sale la polemica sul nuovo Piano sanitario regionale, sempre di più contestato da operatori sanitari, sindacati e sindaci. Nelle ultime 24 ore le proteste arrivano da Perugia e Assisi. Nel capoluogo umbro si è svolta un’assemblea molto partecipata nel quartiere di Monteluce, organizzata dal Pd del capoluogo umbro. Una manifestazione messa in piedi per esprimere la netta contrarietà alla scelta della giunta regionale di realizzare la nuova “Casa della salute” in via XIV Settembre anziché inserirla all’interno del progetto “Nuova Monteluce”. La Regione, infatti, ha deciso di investire i soldi del Pnrr – circa 6 milioni di euro – nella ristrutturazione dell’immobile che ospita l’attuale presidio sanitario di via XIV Settembre. Si tratta di una vera e propria marcia indietro che rischia di marginalizzare definitivamente una parte importante della città. Un quartiere che – come denunciano i cittadini – si trova ad affrontare disagi altissimi dopo il trasferimento dell’Ospedale Santa Maria della Misericordia a Sant’Andrea delle Fratte. ” Con questa decisione si mette definitivamente la lapide sul progetto della “Nuova Monteluce” per incomprensibili ragioni. Significa aver preso in giro per anni un quartiere, che ha bisogno di essere rilanciato, e un’intera città”, così commenta l’imprenditore Alberto Cucchia amministratore della clinica “Porta Sole”. Il nuovo segretario del Pd di Perugia Sauro Cristofani si è rivolto direttamente al Sindaco: ” Chiediamo ad Andrea Romizi di assumere il ruolo che gli compete perché scelte come queste, se fatte male, segnano il futuro della città”. Lo stesso Cucchia, che nel 2018 ha trasferito la sua clinica a Monteluce scommettendo proprio sul rilancio del quartiere, si chiede: ” Ma come è possibile creare una Casa della salute in mezzo a una rotonda (via XIV Settembre, ndr) ?”. Da Perugia ad Assisi dove gli amministratori dei cinque comuni dell’area, insieme agli abitanti, hanno denunciato la volontà della Regione di “depauperare” l’Ospedale locale. Una manifestazione promossa dal comitato nato per difendere i servizi sanitari locali. I manifestanti hanno chiesto ai sindaci di opporsi al tentativo di umiliare il territorio su cui gravitano 65 mila persone residenti oltre a milioni di turisti. Hanno invocato il rispetto delle norme e la difesa della autonomia del nosocomio di Assisi, respingendo ogni ipotesi di “aggregazione innaturale”. La stessa sindaca di Assisi, un mese fa, commentando la decisione della giunta regionale di sospendere l ‘attività chirurgica, definì la scelta “scellerata e assurda che certifica l’obiettivo della Regione di impoverire ulteriormente l’Ospedale di Assisi”. Stefania Proietti denunciò “l’incapacità della Regione non solo di gestire l’emergenza ma anche il suo atteggiamento tenace nel perseguire la missione di depauperare l’offerta sanitaria del distretto assisano”. Così è nato il Comitato spontaneo che in pochi giorni ha raccolto l’adesione di un migliaio di cittadini, con lo scopo di supportare l’azione delle istituzioni locali. Subito dopo i cinque sindaci dell’area hanno sottoscritto un documento comune con numerose osservazioni che contestano la proposta del nuovo Piano sanitario adottato dalla giunta regionale. “Come è possibile non avere un Pronto soccorso efficiente e reparti strutturati per rispondere alle esigenze di 62.000 abitanti e circa 5 milioni di cittadini ospiti in città e in cui risiedono religiosi di molte comunità con un rapporto rispetto alla popolazione residente che non ha uguali in Italia ?”, si chiede la sindaca di Assisi Proietti. Poi aggiunge: ” Non pensino a Perugia di agire senza tenere conto dei nostri diritti”. All’iniziativa di ieri solo la Lega ha preferito non partecipare vista la presenza “di alcuni rappresentanti del Pd”.