Appalti truccati, sequestrata cooperativa ambulanze: lavorava anche in Umbria

Aveva vinto la gara di appalto per l’affidamento dei servizi di trasporto in ambulanza  anche in Umbria, alla Usl 1. Per questo garantiva i trasporti sanitari nell’alta valle del Tevere, con un paio di ambulanze tra l’Ospedale di Città di Castello e quello di Branca, oltre ad un terzo mezzo di soccorso all’Ospedale di Umbertide. Stamattina però da Pavia arrivano altri guai per la cooperativa First Aid di Pesaro, che opera nel settore dei trasporti sanitari. La Guardia di Finanza di Pavia ha eseguito all’alba di oggi, lunedì 18 ottobre, quella che è di fatto la prosecuzione dell’indagine che il 18 marzo scorso aveva decapitato il vertice della cooperativa, con l’arresto ai domiciliari dell’allora direttore generale, insieme al responsabile per la gara d’appalto contestata e agli amministratori di fatto della cooperativa di ambulanze, i fratelli Antonio e Francesco Calderone, originari di Messina. Gare truccate, turni massacranti anche di venti ore ed ambulanze che trasportavano malati in tempo di pandemia che non venivano neppure sanificate. Un quadro drammatico quello che emerge dalle indagini condotte dalla Guardi di Finanza di Pavia che hanno portato oggi al sequestro della Cooperativa “First Aid One” di Pesaro. Sequestrati anche beni per un importo di circa 200 mila euro, tra cui disponibilità finanziarie, fabbricati e terreni.  Diverse gare di appalto per l’affidamento dei servizi di trasporto in ambulanza in provincia di Pavia, ma anche a Milano, Roma, Perugia e Ancona, venivano vinte da questa cooperativa, in maniera sistematica affermano gli inquirenti. Non c’era competizione possibile. Tramite prestanomi aveva escogitato un metodo infallibile per aggiudicarsi tutti gli appalti a cui partecipava. I prezzi erano talmente bassi che molte volte superavano il limite dell’anti-economicità. Eppure chi appalta i servizi dovrebbe fare attenzione alle cosiddette “offerte anomale”, soprattutto quando il metodo è quello del “maggior ribasso”.  Mezzi, personale, numeri assai elevati che – per gli investigatori – in realtà non esistevano. Le ambulanze erano in realtà poche, non era garantita l’efficacia dei soccorsi ed erano carenti nella pulizia.  I finanzieri  hanno accertato che  il personale svolgeva turni di lavoro anche di 12-20 ore senza pausa, mentre le ambulanze raramente venivano sanificate, cosa che doveva essere eseguita puntualmente dopo ogni trasporto, così come previsto soprattutto durante la pandemia Covid. Spiegano i finanzieri di Pavia: ” Solo per dare un’idea della portata del rischio sanitario accertato, una delle ambulanze monitorate, in 20 giorni di lavoro con contestuale trasporto di 92 pazienti è stata sanificata sono in 4 occasioni mentre un’altra, in 9 giorni di servizio ed 86 pazienti trasportati, è stata sanificata un’unica volta”. Cose sconvolgenti che fanno emergere l’assenza assoluta di controlli e la spregiudicatezza degli indagati. Un’inchiesta che potrebbe riservare ulteriori sviluppi.