Città di Castello, il 2023 delle Pari Opportunità nel segno della lotta contro la violenza sulle donne

Alle 590 chiamate di donne al Centro Anti Violenza Medusa, oltre 200 in più dell’anno precedente, il Comune di Città di Castello nel 2023 ha risposto con progetti concreti ed è divenuto caso di studio nazionale per i servizi innovativi che ha messo in campo insieme altre municipalità della Zona Sociale 1 dell’Alta Valle del Tevere per aiutare le vittime maltrattamenti. Con i corsi di formazione sulla violenza di genere per i docenti della scuola primaria e con la firma del protocollo d’intesa per favorire l’inserimento occupazionale delle donne vittime di violenza, Città di Castello è stata all’avanguardia in Italia con esperienze che per la prima volta hanno affrontato questioni pratiche, alle quali nessuno aveva saputo dare una soluzione in precedenza. “Con la forza delle azioni e con un’assunzione di responsabilità collettiva della nostra comunità, abbiamo fatto capire alle donne vittime di maltrattamenti e abusi che devono avere la forza di denunciare, perché c’è una società che è pronta ad accoglierle e affiancarle nel percorso di uscita dalla condizione di violenza in cui vivono”, spiega l’assessore alle Pari Opportunità Letizia Guerri. “Abbiamo lavorato con l’idea che è necessario andare oltre l’emergenza e affrontare in modo sistematico il fenomeno, che ha perso il carattere dell’eccezionalità ed è divenuto un fatto sociale strutturale, rafforzando la rete formata dai soggetti istituzionali, dalle forze dell’ordine, dalle agenzie educative, dalle articolazioni sociali ed economiche della nostra comunità, per arrivare al cambiamento culturale che è fondamentale nella lotta contro la violenza sulle donne”, puntualizza Guerri. “L’iniziativa del Comune di Città di Castello di racchiudere tutte le energie, le esperienze e le professionalità a disposizione nel territorio nel tavolo di monitoraggio che riuniamo ogni anno in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne – sottolinea l’assessore – ha permesso di lavorare in maniera efficace e coordinata sui bisogni delle donne vittime di violenza e sulle risposte da offrire a chi finisce in questo terribile incubo”. Sulla base delle indicazioni del tavolo del 25 novembre 2022, a metà del 2023 a Città di Castello sono così partiti corsi rivolti agli insegnanti delle scuole primarie pubbliche e paritarie, che hanno formato le prime 100 nuove sentinelle contro la violenza sulle donne. Grazie alla collaborazione con l’associazione Liberamente Donna, che gestisce il Centro comunale Anti Violenza Medusa, i docenti coinvolti nel progetto hanno acquisto le conoscenze utili a riconoscere i segnali di disagio delle mamme e a favorire l’emersione dei casi di violenza attraverso la consapevolezza dei servizi che sono a disposizione nel territorio. “Andare nelle scuole con un progetto che è partito da Città di Castello, ma che è poi stato allargato a tutti gli altri comuni della Zona Sociale 1, ci ha permesso di sensibilizzare il corpo insegnante attraverso la trasmissione degli strumenti conoscitivi e delle informazioni necessarie a chi è in prima linea, in un ambiente dove possono suonare i campanelli di allarme in grado di scongiurare nuovi drammi”. Sempre facendo tesoro degli indirizzi del tavolo di monitoraggio del 25 novembre, sul finire del 2023 il Comune di Città di Castello, come capofila della Zona Sociale 1 dell’Alta Valle del Tevere, è stato il primo in Italia a firmare con Cgil, Cisl, Uil, Confindustria e Agenzia Regionale per le Politiche Attive del Lavoro dell’Umbria, un protocollo di intesa per favorire l’inserimento occupazionale delle donne vittime di violenza. “Un accordo che è subito stato preso ad esempio in Umbria e nel panorama nazionale, perché rappresenta il tassello mancante a tutti i percorsi finalizzati all’uscita dalla violenza, che spesso non iniziano nemmeno o si arenano in assenza di un’autonoma capacità di sostentamento della persona che viene presa in carico dai servizi sociali”, evidenzia Guerri, nel ribadire come “l’indipendenza economica che deriva da un impiego sia fondamentale per la stessa decisione delle vittime di denunciare i maltrattamenti e gli abusi che subiscono, ancor prima ancora di intraprendere il percorso di uscita da questa drammatica condizione, nel quale sappiamo quanto sia importante un’occupazione e l’autonomia personale che ne deriva”.  Nel 2024 l’imperativo sarà quello di dare continuità all’attività del Centro Anti Violenza Medusa, che l’anno scorso ha preso in carico 43 donne, e ai progetti innovativi impostati a livello comprensoriale. “Lavoreremo a fondo sugli input del tavolo di monitoraggio istituzionale del 25 novembre 2023, che – ricorda Guerri – ha preso l’impegno di lanciare una sfida culturale nel segno della prevenzione, che parta dalle agenzie educative, la famiglia e la scuola, e si estenda con la spinta delle istituzioni pubbliche a ogni ambito della convivenza civile, dal mondo del lavoro allo sport, per dare tutti insieme una risposta di comunità, forte e unitaria”.