A Francoforte sul Meno la mostra personale di Elio Mariucci
CITTA’ DI CASTELLO – “Il talento e la cultura artistica che provengono dalla nostra terra trovano un nuovo e importante riconoscimento grazie a Elio Mariucci, che con la prestigiosa ribalta conquistata con le proprie opere porta in alto il nome di Città di Castello, rappresentando degnamente quella creatività vivace che è un tratto distintivo della nostra comunità”. E’ il commento del vice sindaco e assessore alla Cultura Michele Bettarelli all’inaugurazione lo scorso 26 maggio della mostra personale dell’artista tifernate allestita presso la Westend Galerie di Francoforte sul Meno. Al cospetto del console italiano e di un folto pubblico, Mariucci ha presentato la collezione di opere dal titolo “Sedimenti – Pittura e Poesia”, che riflette un percorso artistico risultato proprio della sedimentazione del suo vissuto, percepito a livello conscio e inconscio. Sedimenti provenienti dall’animo, generati da memorie, esperienze, desideri, assenze, gioie e sofferenze, che trovano una collocazione naturale nelle sue opere, dando vita ad una poetica che negli anni si è evoluta e trasformata in linea con la sua crescita personale e artistica. La mostra di Francoforte ripercorre un decennio di attività, partendo dal 2008 fino alle ultime realizzazioni. Nelle opere del 2018, il linguaggio di Mariucci si fa bidimensionale, astratto e rigorosamente geometrico, con il colore che diventa filo conduttore e chiave di lettura. Tra gli aspetti della produzione artistica dell’artista sottolineati nell’esposizione c’è il passaggio definitivo alla tridimensionalità, con la serie delle “Scatole” del 2017, contenitori in legno nei quali l’artista colloca oggetti costruiti o recuperati. In questo ciclo pittorico la scatola partecipa al senso dell’insieme, diviene contenitore e contenuto: contenitore in quanto ospita un piccolo universo; contenuto in quanto elemento da cui non si può prescindere per comprendere il significato totale dell’opera. Mariucci mostra un piccolo mondo chiuso, sconosciuto e protetto, ma che può aprirsi e rivelare per intero la sua intima carica emotiva. Le ultime opere del 2018 proseguono in questa direzione con la serie degli “Haiku”, scatole che nella parte esterna riportano la traduzione giapponese di un “haiku”, scritto in italiano e contenuto all’interno assieme ad un’opera dipinta, scandita in tre parti. L’ “haiku” è un componimento poetico giapponese in 17 more, suddivise in tre versi di 5-7-5. Con dettami precisi e rigorosi, si presenta come genere poetico che, nella sua brevità, induce il lettore a lasciarsi andare alle sensazioni suscitate dai suoi versi. Mariucci ha scelto questo componimento di grande rigore metrico per esprimere la parte razionale del suo animo, i sedimenti riconoscibili. Nel dipinto, che segue la scansione del testo, si concretizza invece la parte inconscia, i sedimenti più profondi che difficilmente possiamo e vogliamo decifrare. La mostra di Mariucci resterà aperta al pubblico fino al 13 luglio.