Agello, tesori d’arte da salvare grazie al sostegno della comunità
MAGIONE – Si è svolta domenica 8 luglio presso la sala don Antonio Fedeli di Agello la presentazione al pubblico di due importanti tesori d’arte recentemente rinvenuti nella chiesa pievana di San Michele Arcangelo.
Si tratta di due statue lignee raffiguranti santi francescani, con ogni probabilità San Francesco e Sant’Antonio da Padova, e databili intorno alla metà del Seicento. La scoperta si deve a Nicola Panichi, professionista del restauro di opere d’arte, che ha immediatamente interessato la Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per la loro messa in sicurezza, contro danni da umidità e attacchi organici, e attivandosi successivamente nel coinvolgere la comunità agellese per assicurarne un indispensabile intervento di restauro conservativo che possa restituire queste eccezionali testimonianze di arte al territorio e ai suoi abitanti.
Alla presentazione, organizzata insieme alla proloco guidata dal presidente Francesco Mezzetti, e patrocinata dall’amministrazione comunale, è intervenuta Alessandra Tiroli, storica dell’arte, che ha ricostruito puntualmente le tecniche di produzione, il contesto storico-religioso della committenza, il ruolo della statuaria lignea nella devozione popolare, avanzando convincenti ipotesi sulla provenienza delle statue dall’ex convento di San Francesco, soppresso a metà Seicento da Innocenzo X e ridotto a semplice chiesa. Le due statue lignee, dipinte e collocate su appositi piedistalli ad uso processionale, dovevano adornare due degli altari intitolati proprio ai santi francescani presenti in quella chiesa, poi distrutta negli anni Trenta dell’Ottocento.
Le opere d’arte, che presentano interessanti analogie formali con altri esempi coevi, necessitano di un significativo intervento di ripulitura e consolidamento, senza dubbio meritorio visto il valore storico-artistico dei manufatti: del Sant’Antonio si farà carico direttamente Panichi, per il San Francesco si spera di mobilitare attivamente la comunità agellese per reperire i fondi necessari, anche in ragione dell’obiettivo esplicito di collocare le statue proprio ad Agello, magari nella Sala Vincioli, che ospita già altre opere d’arte.
«Un intervento di restauro che promette di restituire alla comunità locale due straordinarie testimonianze artistiche – ha sottolineato Vanni Ruggeri, delegato alla cultura del Comune di Magione – e che sarà anche occasione privilegiata per un’imprescindibile ricognizione di tipo storico-archivistico in grado di riconoscere i tratti di una geografia sacra articolata e vitale, capace di lasciare una traccia non effimera sul territorio, e che proprio la ricchezza delle persistenze artistiche contribuisce a riannodare e valorizzare».
All’incontro sono intervenuti anche padre Francesco, parroco di Agello, Eleonora Maghini, assessore alle politiche sociali e Giacomo Chiodini, sindaco di Magione.