Anteprima, Pambuffetti: “Sagrantino motore occupazionale dell’Umbria, +3% nell’area”
MONTEFALCO – Da 66 ettari (nel 1992) a 760 (nel 2017), da 16 a 60 produttori imbottigliatori, da 660mila a circa 2 milioni di bottiglie. Questi i numeri che tracciano il percorso di crescita del Sagrantino, rilasciati dal Consorzio Tutela Vini Montefalco, nell’ambito dell’annuale presentazione delle annate in commercio.
Crescita strettamente correlata al tasso di occupazione del territorio, che per la Regione si è attestato in media intorno alle 350.000 unità, circa 2.000 unità in più rispetto ai dodici mesi precedenti. Un incremento che ha riguardato proprio l’agricoltura (13.000, +2.000) compensando, unitamente ad altri settori, le flessioni registrate in altri ambiti occupazionali.
“Nell’ultimo decennio sono state costruite oltre trenta nuove cantine, il ché equivale alla creazione di nuovi posti di lavoro: 3% in più nell’area, soprattutto per i giovani – spiega il Presidente del Consorzio Amilcare Pambuffetti – Questo ci permette di affermare che la crescita delle denominazioni di origine Montefalco ha rappresentato e rappresenta un motore per l’occupazione in Umbria, e che questo percorso sta producendo una ricchezza qualitativa per l’intero territorio”.
La commissione tecnica ha, infatti, assegnato ben tre stelle all’annata 2014 del Montefalco Sagrantino DOCG, grazie alla oculata gestione agronomica dei vigneti. Nonostante l’estate fredda e piovosa, che causò non pochi grattacapi al comparto vitivinicolo nazionale, le 1,7 milioni di bottiglie della produzione 2014 non deluderanno le aspettative dei mercati.
A tre anni da un’annata “tecnicamente molto impegnativa”, ad Anteprima Sagrantino – oggi e domani a Montefalco – si fa il punto sulla vendemmia 2017 appena trascorsa, altrettanto complessa: ”Le annate 2014 e 2017 sono la fotografia di un profondo cambiamento climatico in atto sul pianeta, una trasformazione che rappresenta per il viticoltore una sfida molto complessa” – spiega l’enologo Stefano Chioccioli – “Nel prossimo futuro l’acqua sarà il fattore discriminante per la viticoltura nel centro sud Italia e sarà necessario avviare una stretta collaborazione tra agricoltura e politica per avviare importanti processi di riduzione dell’impatto ambientale a salvaguardia delle riserve idriche”.